19 gennaio 2010 viene sgomberato lo Zetalab. La risposta di Palermo è stata una lunga giornata di lotta in cui tutte le realtà che ad ogni titolo costruiscono e costituiscono opposizione ed antagonismo nel tessuto sociale e civile della città si sono stretti con determinazione attorno al Laboratorio zeta ed alla sua esperienza.
L'arrivo delle forze di polizia che hanno colto di sorpresa gli occupanti, dopo gli incontri incoraggianti dei mesi precedenti con le autorità che facevano presagire ad una possibile soluzione positiva della questione Zetalab, ha conosciuto sin da subito l'opposizione decisa di chi è accorso per tutta la giornata in via Boito, un presidio che è cresciuto per tutta la giornata arrivando alle diverse centinaia nella sera. La giornata, come detto, si è caratterizzata per la determinazione di chi è sceso in strada contro l'ennesimo sgombero cittadino. Determinazione manifestatasi sin da subito con il sabotaggio del mezzo(e successive cariche della polizia) che portava il materiale necessario alla muratura di porte e finestre, e che ha portato, nei vari momenti di tensione verificatisi, ad una risposta decisa e per niente impaurita dei manifestanti che in tre occasioni sono stati caricati alla polizia e che hanno risposto ogni volta alle aggressioni ed alle provocazioni e non hanno abbandonato mai la piazza.
Durante tutta la giornata esponenti del centro hanno tentato possibili soluzioni con le istituzioni ricevendo la totale dismissione di ogni responsabilità da parte della prefettura ed il fallimento di un tavolo con la giunta comunale che ha proposto all'associazione Aspasia, cui l'IACP, proprietario dell'immobile, ha assegnato l'edificio, una nuova destinazione che non necessitava, a differenza dello Zeta, di alcun lavoro per poter essere utilizzato dall'associazione stessa. Tale proposta è stata respinta decisamente da Aspasia svelando così l'opacità dei suoi interessi sulla struttura.
Continua tutt'ora il presidio di fronte allo Zetalab, diventato ora permanente, con gli attivisti del centro accampati in via Boito.
L'arrivo delle forze di polizia che hanno colto di sorpresa gli occupanti, dopo gli incontri incoraggianti dei mesi precedenti con le autorità che facevano presagire ad una possibile soluzione positiva della questione Zetalab, ha conosciuto sin da subito l'opposizione decisa di chi è accorso per tutta la giornata in via Boito, un presidio che è cresciuto per tutta la giornata arrivando alle diverse centinaia nella sera. La giornata, come detto, si è caratterizzata per la determinazione di chi è sceso in strada contro l'ennesimo sgombero cittadino. Determinazione manifestatasi sin da subito con il sabotaggio del mezzo(e successive cariche della polizia) che portava il materiale necessario alla muratura di porte e finestre, e che ha portato, nei vari momenti di tensione verificatisi, ad una risposta decisa e per niente impaurita dei manifestanti che in tre occasioni sono stati caricati alla polizia e che hanno risposto ogni volta alle aggressioni ed alle provocazioni e non hanno abbandonato mai la piazza.
Durante tutta la giornata esponenti del centro hanno tentato possibili soluzioni con le istituzioni ricevendo la totale dismissione di ogni responsabilità da parte della prefettura ed il fallimento di un tavolo con la giunta comunale che ha proposto all'associazione Aspasia, cui l'IACP, proprietario dell'immobile, ha assegnato l'edificio, una nuova destinazione che non necessitava, a differenza dello Zeta, di alcun lavoro per poter essere utilizzato dall'associazione stessa. Tale proposta è stata respinta decisamente da Aspasia svelando così l'opacità dei suoi interessi sulla struttura.
Continua tutt'ora il presidio di fronte allo Zetalab, diventato ora permanente, con gli attivisti del centro accampati in via Boito.
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