da nodalmolin.it
E tre: i NoDalMolin entrano in stazione lo stesso
Il popolo delle pentole ha aggirato oggi pomeriggio il divieto imposto dalla Questura di Vicenza per la manifestazione in appoggio al movimento No Tav. Nella piazza antistante alla stazione 150 vicentini si erano regolarmente riuniti stendendo striscioni di solidarietà e battendo le loro inseparabili pentole.
Il gruppo era abbondantemente controllato dalle forze dell’ordine che temevano l’occupazione dei binari: già in due occasioni, infatti, i cittadini di Vicenza indignati dal progetto della base Usa erano riusciti nell’impresa. La prima occasione fu il 16 gennaio 2007 (giorno di nascita del Presidio Permanente) a seguito dell’editto bulgaro con cui Prodi aveva confermato il suo favore al progetto; la seconda fu in occasione del colpo di spugna con cui il Consiglio di Stato aveva annullato la sentenza del Tar nel luglio del 2008.
E tre. Mentre all’esterno il popolo delle pentole cantava, all’interno della stazione una cinquantina di attivisti scendevano dal treno e, cogliendo alla sprovvista le solerti forze dell’ordine, occupavano l’ufficio di Trenitalia con la richiesta di inviare alle dirigenze un fax con il comunicato di solidarietà al movimento No Tav (che segue). I due gruppi se ne sono poi andati a festeggiare al Presidio Permanente che proprio oggi compie tre anni di vita.
Le ragioni con le quali la Questura aveva vietato la manifestazione sono principalmente due: l’arrivo dei tifosi diretti allo stadio e lo svolgimento della Fiera dell’Oro; era stato proposto alla Questura un cambiamento di orario, per evitare la concomitanza con l’arrivo dei tifosi, e fatto notare che la Fiera dell’Oro si svolge ad alcuni chilometri di distanza, ma la posizione della Questura era stata irrevocabile, a dimostrazione che la volontà è di impedire l’iniziativa. Questa è la vera ragione per la quale il Questore Sarlo aveva imposto il suo divieto: per impedire lo svolgimento di un’iniziativa di solidarietà in un luogo simbolico. Ma i vicentini hanno voluto ricordargli la loro determinazione a continuare questa lotta e più ingenerale qualunque lotta per la libertà.
La lettera consegnata all’uff. informazioni di Trenitalia:
All’attenzione di Trenitalia s.p.a. - R.F.I. s.p.a.
SOLIDARIETÀ AL MOVIMENTO NO TAV
In questi giorni gli abitanti della Val di Susa stanno subendo una militarizzazione del territorio per l’inizio dei sondaggi preliminari per la costruzione della linea ad Alta Velocità Torino-Lione. Riteniamo il Tav un’opera inutile, costosa e dannosa per i territori della Val di Susa già pesantemente devastate dal passaggio di altre opere come autostrade e una linea ferroviaria già esistente. È un’opera inutile perché per risolvere i problemi legati al traffico ferroviario bisognerebbe investire nella sicurezza e nel miglioramento delle linee già esistenti e soprattutto potenziare il servizio per i pendolari, cioè i maggiori utilizzatori del treno. Inoltre ci troviamo di fronte ad un’opera imposta dall’alto contro il parere della comunità valsusina. La militarizzazione della Val di Susa è una grave limitazione della democrazia. Noi, come cittadini di Vicenza in lotta contro la costruzione della base militare al Dal Molin, esprimiamo solidarietà ai cittadini della Val di Susa che si stanno opponendo al progetto della Tav e invitiamo la dirigenza di Trenitalia e di R.F.I. a ritirare questo progetto ed accogliere le numerose richieste alternative avanzate dalla popolazione valsusina.
Presidio Permanente No Dal Molin 16 gennaio 2010
Il popolo delle pentole ha aggirato oggi pomeriggio il divieto imposto dalla Questura di Vicenza per la manifestazione in appoggio al movimento No Tav. Nella piazza antistante alla stazione 150 vicentini si erano regolarmente riuniti stendendo striscioni di solidarietà e battendo le loro inseparabili pentole.
Il gruppo era abbondantemente controllato dalle forze dell’ordine che temevano l’occupazione dei binari: già in due occasioni, infatti, i cittadini di Vicenza indignati dal progetto della base Usa erano riusciti nell’impresa. La prima occasione fu il 16 gennaio 2007 (giorno di nascita del Presidio Permanente) a seguito dell’editto bulgaro con cui Prodi aveva confermato il suo favore al progetto; la seconda fu in occasione del colpo di spugna con cui il Consiglio di Stato aveva annullato la sentenza del Tar nel luglio del 2008.
E tre. Mentre all’esterno il popolo delle pentole cantava, all’interno della stazione una cinquantina di attivisti scendevano dal treno e, cogliendo alla sprovvista le solerti forze dell’ordine, occupavano l’ufficio di Trenitalia con la richiesta di inviare alle dirigenze un fax con il comunicato di solidarietà al movimento No Tav (che segue). I due gruppi se ne sono poi andati a festeggiare al Presidio Permanente che proprio oggi compie tre anni di vita.
Le ragioni con le quali la Questura aveva vietato la manifestazione sono principalmente due: l’arrivo dei tifosi diretti allo stadio e lo svolgimento della Fiera dell’Oro; era stato proposto alla Questura un cambiamento di orario, per evitare la concomitanza con l’arrivo dei tifosi, e fatto notare che la Fiera dell’Oro si svolge ad alcuni chilometri di distanza, ma la posizione della Questura era stata irrevocabile, a dimostrazione che la volontà è di impedire l’iniziativa. Questa è la vera ragione per la quale il Questore Sarlo aveva imposto il suo divieto: per impedire lo svolgimento di un’iniziativa di solidarietà in un luogo simbolico. Ma i vicentini hanno voluto ricordargli la loro determinazione a continuare questa lotta e più ingenerale qualunque lotta per la libertà.
La lettera consegnata all’uff. informazioni di Trenitalia:
All’attenzione di Trenitalia s.p.a. - R.F.I. s.p.a.
SOLIDARIETÀ AL MOVIMENTO NO TAV
In questi giorni gli abitanti della Val di Susa stanno subendo una militarizzazione del territorio per l’inizio dei sondaggi preliminari per la costruzione della linea ad Alta Velocità Torino-Lione. Riteniamo il Tav un’opera inutile, costosa e dannosa per i territori della Val di Susa già pesantemente devastate dal passaggio di altre opere come autostrade e una linea ferroviaria già esistente. È un’opera inutile perché per risolvere i problemi legati al traffico ferroviario bisognerebbe investire nella sicurezza e nel miglioramento delle linee già esistenti e soprattutto potenziare il servizio per i pendolari, cioè i maggiori utilizzatori del treno. Inoltre ci troviamo di fronte ad un’opera imposta dall’alto contro il parere della comunità valsusina. La militarizzazione della Val di Susa è una grave limitazione della democrazia. Noi, come cittadini di Vicenza in lotta contro la costruzione della base militare al Dal Molin, esprimiamo solidarietà ai cittadini della Val di Susa che si stanno opponendo al progetto della Tav e invitiamo la dirigenza di Trenitalia e di R.F.I. a ritirare questo progetto ed accogliere le numerose richieste alternative avanzate dalla popolazione valsusina.
Presidio Permanente No Dal Molin 16 gennaio 2010
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