Da Contropiano
L'accordo che giorni fa i sindacati hanno trovato con la dirigenza della Manuli non è affatto piaciuto agli operai. I lavoratori della Manuli hanno infatti bocciato mercoledì mattina, 11 novembre, il Piano aziendale presesentato dai vertici della multinazionale della gomma sottoscritto nei giorni scorsi da sindacati confederali e istituzioni, e che prevede il reintegro solo di 140 operai a fronte dei 237 che dovrebbero rimanere fuori e per i quali sono previsti ammortizzatori sociali . Nel corso dell'assemblea, che si è svolta presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Ascoli Piceno il dirigente sindacale della Cisl-settore gomma, Colombini al termine dell’assemblea indetta dai sindacati per vagliare l’ipotesi di accordo sul futuro della Manuli, si è visto appunto contestare duramente dagli operai. Alla base del gesto le decisioni prese dai sindacati in accordo con l'azienda che prevede il licenziamento di 250 addetti su 370 attualmente in forza alla Manuli. In una improvvisata votazione per alzata di mano tenutasi al termine di una tesissima assemblea, la maggioranza degli operai presenti, alcune centinaia, ha votato per il no all’intesa. Una chiara bocciatura che ha ribadito la contrarietà dei lavoratori all’ipotesi di accordo siglata fra sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil. I sindacalisti hanno lasciato la sala congressi scortati da alcuni agenti della Digos
Da Presidio Manuli
Mancato REFERENDUM
Stamattina si è tenuta l'assemblea generale della Manuli presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Ascoli Piceno. Ad esporre l'ipotesi di accordo c'erano i delegati nazionali delle tre sigle sindacali (CGIL, CISL e UIL). Per due ore circa hanno cercato di spiegare ai lavoratori presenti (oltre 300) tutte le motivazioni che hanno portato alla firma di questo pseudo-accordo. Non c'è un piano industriale per chi rimane (ricordiamo: 125 a tempo pieno, altri 10 part time più altri 5 entro un anno), non si conoscono le cifre per l'incentivazione (si sa solo che l'azienda ha messo a disposizione 3.700.000 euro da dividere), non si sa se la Regione o chi altro concederà dei fondi per agevolare economicamente chi rimarrà fuori, non hanno saputo rispondere quando è stato chiesto loro se la gratifica feriale (14ma mensilità) sarà ancora erogata a chi avrà la fortuna di essere tra i riassunti, non sono state date garanzie sul premio di produzione (dicono che dal 1° gennaio sarà rivisto secondo i nuovi obiettivi). Ma quali sono i nuovi obiettivi? Dall'ipotesi di accordo esce fuori che l'azienda smantellerà e VENDERA' i capannoni rimasti liberi. Non ci sarà nessuno sviluppo della produzione se venderanno le loro strutture. Non è scritto da nessuna parte l'impegno dell'azienda a rimanere nel territorio per un certo numero di anni, anzi si riserva la facoltà di licenziare. Tornando all'incentivo, 3.700.000 euro sembra tanti, ma provate a dividerli per 240 (le persone che rimangono fuori), togliete le quote che verranno erogate come integrazione salariale per chi andrò in cassa integrazione, rimarrano briciole per chi decide di andarsene volontariamente (nemmeno 5.000 euro netti). Altra castroineria: decideremo in seguito come distribuire questa somma di denaro!!! Questo hanno detto!!! Sempre l'accordo prevede l'istituzione di tavoli mensili per discutere forme di riassunzioni per le maestranze in cassa integrazione: in pratica la stessa presa in giro fatta agli operai della cartiera di Ascoli Piceno. Il risultato di questi tavoli è che gli stessi lavoratori della cartiera hanno aperto un presidio davanti lo stabilimento ben due anni dopo tutte le promesse fatte e non mantenute, le stesse che stanno facendo a noi. A Bologna e Milano hanno già votato e si doveva votare anche da noi. E' già difficile prendere una decisione sul proprio futuro lavorativo, ma sinceramente non ci sono stati tolti i mille dubbi che avevamo sulla bontà di questa contrattazione. Tegola finale: invece di far procedere alla votazione oggi stesso e scrutinare PUBBLICAMENTE le schede, il Sig. Colombini (nazionale CISL) ha dichiarato l'intenzione di far votare domani e dopodomani nelle sedi sindacali scatenando l'ira della maggior parte delle persone presenti. Il delegato nazionale della CGIL ha preso atto del netto rifiuto della forza lavoro dichiarando che per per quanto riguarda la propria sigla sindacale ci sarà un mancato accordo. Colombini è uscito scortato dalla Polizia ma è rimasto fermo nella propria idea. Si è svolta una votazione per alzata di mano, il 100% dei VOTANTI ha detto NO!!! Speriamo che ne prendano atto.
Da Presidio Manuli
Mancato REFERENDUM
Stamattina si è tenuta l'assemblea generale della Manuli presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Ascoli Piceno. Ad esporre l'ipotesi di accordo c'erano i delegati nazionali delle tre sigle sindacali (CGIL, CISL e UIL). Per due ore circa hanno cercato di spiegare ai lavoratori presenti (oltre 300) tutte le motivazioni che hanno portato alla firma di questo pseudo-accordo. Non c'è un piano industriale per chi rimane (ricordiamo: 125 a tempo pieno, altri 10 part time più altri 5 entro un anno), non si conoscono le cifre per l'incentivazione (si sa solo che l'azienda ha messo a disposizione 3.700.000 euro da dividere), non si sa se la Regione o chi altro concederà dei fondi per agevolare economicamente chi rimarrà fuori, non hanno saputo rispondere quando è stato chiesto loro se la gratifica feriale (14ma mensilità) sarà ancora erogata a chi avrà la fortuna di essere tra i riassunti, non sono state date garanzie sul premio di produzione (dicono che dal 1° gennaio sarà rivisto secondo i nuovi obiettivi). Ma quali sono i nuovi obiettivi? Dall'ipotesi di accordo esce fuori che l'azienda smantellerà e VENDERA' i capannoni rimasti liberi. Non ci sarà nessuno sviluppo della produzione se venderanno le loro strutture. Non è scritto da nessuna parte l'impegno dell'azienda a rimanere nel territorio per un certo numero di anni, anzi si riserva la facoltà di licenziare. Tornando all'incentivo, 3.700.000 euro sembra tanti, ma provate a dividerli per 240 (le persone che rimangono fuori), togliete le quote che verranno erogate come integrazione salariale per chi andrò in cassa integrazione, rimarrano briciole per chi decide di andarsene volontariamente (nemmeno 5.000 euro netti). Altra castroineria: decideremo in seguito come distribuire questa somma di denaro!!! Questo hanno detto!!! Sempre l'accordo prevede l'istituzione di tavoli mensili per discutere forme di riassunzioni per le maestranze in cassa integrazione: in pratica la stessa presa in giro fatta agli operai della cartiera di Ascoli Piceno. Il risultato di questi tavoli è che gli stessi lavoratori della cartiera hanno aperto un presidio davanti lo stabilimento ben due anni dopo tutte le promesse fatte e non mantenute, le stesse che stanno facendo a noi. A Bologna e Milano hanno già votato e si doveva votare anche da noi. E' già difficile prendere una decisione sul proprio futuro lavorativo, ma sinceramente non ci sono stati tolti i mille dubbi che avevamo sulla bontà di questa contrattazione. Tegola finale: invece di far procedere alla votazione oggi stesso e scrutinare PUBBLICAMENTE le schede, il Sig. Colombini (nazionale CISL) ha dichiarato l'intenzione di far votare domani e dopodomani nelle sedi sindacali scatenando l'ira della maggior parte delle persone presenti. Il delegato nazionale della CGIL ha preso atto del netto rifiuto della forza lavoro dichiarando che per per quanto riguarda la propria sigla sindacale ci sarà un mancato accordo. Colombini è uscito scortato dalla Polizia ma è rimasto fermo nella propria idea. Si è svolta una votazione per alzata di mano, il 100% dei VOTANTI ha detto NO!!! Speriamo che ne prendano atto.
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