lunedì 30 novembre 2009

[Bologna 30/11/09] Presidio RdB; precari, licenziati e lavoratori in lotta in assemblea dentro il comune

Video del presidio e di RdB Bologna in piazza maggiore e dell'assemblea di precari, lavoratori in lotta svolta dentro la sede del comune.


Dal comunicato di RdB Bologna del 27.11
Da due giorni leggiamo sul giornale dell’intenzione del Consiglio Comunale, in accordo con la Giunta, di convocarsi in tenuta straordinaria per affrontare il tema della crisi economica.

Questa intenzione è stata pubblicizzata tramite i media, per evidenti motivi di propaganda, ma non è stata discussa, preparata, comunicata a chi come noi rappresenta il mondo del lavoro dipendente. Stiamo assistendo ad un metodo virtuale a cui corrisponde una politica della Giunta altrettanto virtuale.

Le c.d. misure anticrisi che la Giunta Delbono ha messo in campo fino ad oggi sono totalmente inadeguate per far fronte alle pesanti conseguenze sull’occupazione, sui livelli di reddito e sulla capacità di consumo che la crisi economica sta determinando.

Per questo l’RdB/CUB nei giorni scorsi ha presentato la propria piattaforma al comune di Bologna ed il prossimo 30 novembre, con un presidio in piazza maggiore, darà il via alla mobilitazione di sostegno a tale piattaforma.

Oltre alla richiesta di un “tavolo di crisi permanente” che affronti nel merito l’ondata di mobilità e cassa integrazione e di licenziamenti che sta colpendo ampi settori del mondo del lavoro, al centro della piattaforma:
1.le politiche di integrazione al reddito con la richiesta di una “carta servizi metropolitana” per l’acquisto scontato/gratuito di beni e servizi;
2.le politiche per far fronte alle emergenze abitative con la richiesta di creazione di “ostelli per sfrattati”; di sostegno a chi non riesce a pagare il mutuo attraverso l’applicazione della legge 199/2008; di assegni per l’affitto e di reperimento degli alloggi per i casi di emergenza non escludendo la possibilità conferita al sindaco dalla legge di esproprio delle case sfitte;
3.le politiche contro la precarietà attraverso l’assunzione del precariato comunale, un percorso di reinternalizzazione dei servizi alla persona attraverso le ASP, il miglioramento delle condizioni dei lavoratori in appalto per il comune ed un controllo costante di questi ultimi.
Lunedì 30 novembre alle ore 15.30 a sostegno di questa piattaforma si troveranno in piazza maggiore le lavoratrici/i lavoratori delle cooperative sociali, i precari/le precarie dei nidi comunali, i precari della scuola, gli attivisti di ASIA, i lavoratori licenziati del Royal Carlton Hotel.
La mobilizzazione proseguirà in varie forme; già avviata la procedura per lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori precari degli asili nido comunali.
Non ci presteremo al fatto che il consiglio straordinario divenga un evento inutile e meramente propagandistico

Read More......

sabato 28 novembre 2009

[Bilbao 28/11/2009] In migliaia in piazza per la liberazione dei compagni baschi arrestati nei giorni scorsi

Imponente manifestazione a Bilbao per chiedere la liberazione dei 34 militanti di Segi, l'organizzazione giovanile indipendentista messa furilegge da una sentenza dell'Audiencia nacional spagnola. Questi compagni sono stati arrestati tre giorni fa.

Read More......

[Ginevra 28/11/2009] Scontri e arresti alla manifestazione anti WTO


Migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione antiWTO. Durante il corteo si sono verificati scontri tra manifestanti e polizia. La polizia ha fatto ricorso a cariche e lancio di lacrimogeni. Vetrine infrante ed alcune auto incendiate lungo il percorso della manifestazione. Diversi manifestanti sono stati fermati dalla polizia.


Altre info su indymedia Svizzera

Read More......

[Parma 28/11/2009] NASCE LA SRU, NUOVA OCCUPAZIONE A PARMA

Da parmantifascista

E' nata questa mattina, animerà la vita della città di Parma. Si chiama SRU, Società di Riappropriazione Urbana, un soggetto che si pone in contrapposizione alla città della speculazione e della rendita.
Per salutare la sua nascita è stato occupato uno stabile abbandonato in Via Guastalla 3, in quartiere San Leonardo, in una zona della città che è oggetto di una pesante riqualificazione/speculazione.
All'interno dello spazio abiteranno inizialmente 10 persone tra migranti e italiani.
Domani pomeriggio, domenica 29 novembre, alle ore 15.30, è prevista un'assemblea pubblica aperta, durante la quale cercheremo di rispondere alle seguenti domande:
Qual'é l'esigenza che guida i grandi interventi di “riqualificazione” dei quartieri Nord di Parma? In che modo si trasformerà la vita di chi oggi abita nel quartiere San Leonardo? Come diventeranno i prezzi di vendita e di affitto delle nuove abitazioni?
Chi potrà permettersi le nuove case in progetto? E quali servizi di welfare verranno offerti alla cittadinanza?



COMUNICATO STAMPA 28.11.2009
LE POLITICHE ABITATIVE A PARMA
A Parma nel mese di dicembre si terranno quelli che vengono pomposamente definiti gli Stati Generali della Casa. Si tratta di un’iniziativa che vuole dare una parvenza di partecipazione e collaborazione tra le parti sociali per definire le politiche abitative a Parma.
In realtà le linee direttive portanti dell’intervento del Comune di Parma sono già fissate e imposte al tavolo di discussione. Niente di nuovo sotto il sole. Prima di tutto vengono le esigenze della lobby delle costruzioni, che in un momento di crisi potrà contare sul sostegno dell’amministrazione pubblica per poter edificare, beneficiando di agevolazioni di vario tipo, quelle che sono definite le nuove tipologie di erp. Dall’edilizia convenzionata all’edilizia residenziale sociale (ERS) all’edilizia sociale a canone sostenibile (progetti Casadesso-Parmabitare) ecc.
Gli Stati Generali della casa si prospettano pertanto come un percorso di autocompiacimento da parte di un Comune che cerca plausi e gratifiche da un pubblico accondiscendente.
Queste tipologie edilizie non rispondono a quella che è l’esigenza forte e chiara che viene da quella parte della popolazione che non è proprietaria di immobili e che si trova ad affrontare la crisi economica con crescente difficoltà. Le 1700 domande valide di case popolari non trovano risposta nelle tipologie edilizie proposte in modo prioritario dal Comune di Parma da anni a questa parte.
Le famiglie monoreddito (o addirittura senza reddito), chi è costretto ad accettare occupazioni precarie, chi è in cassa integrazione o in mobilità, chi è costretto allo sfratto, non se ne fa nulla dell’offerta abitativa finanziata dal Comune. Quel tipo di proposta abitativa serve solo agli imprenditori del mattone per intercettare la domanda più guardinga di casa da parte delle famiglie a reddito medio, tenendo vivo un mercato che dopo l’allegra speculazione degli anni passati si sta riducendo, mentre non serve alle famiglie che si trovano in difficoltà economica.
Vista la configurazione economica che si prospetta con la crescente emergenza abitativa che si può agevolmente prevedere, la scelta di puntare su interventi che costano al destinatario finale poco meno del prezzo di libero mercato è veramente assurda.
LE CASE POPOLARI: TANTE VENDITE, NESSUNA NUOVA COSTRUZIONE
Il Comune di Parma ha da circa 11 anni abbandonato l’intervento in quella che è l’edilizia residenziale pubblica tipica, cioè le case popolari. Le poche costruzioni che si sono consegnate recentemente (Via Lazio e Piazzale Sicilia) sono retaggio di progetti di fine anni ’90che si sono trascinate nel tempo. Caso emblematico Via Lazio. Sono occorsi 11 anni per completare la costruzione di 28 alloggi.
Ultimamente il Comune di Parma ha piuttosto preferito la strada della dismissione delle case popolari. Dopo aver iniziato una tranche di vendite per un totale di 41 alloggi tra il 2006 e il 2007, ha ricominciato il percorso della dismissione con altri 8 alloggi posti in vendita con un bando che si conclude a dicembre di quest’anno, probabile inizio di una nuova stagione di dismissioni. Così se e quando la ventilata edificazione di 100 alloggi popolari contenuta nei piani futuri di intervento troverà applicazione, al massimo si potrà pareggiare il conto con quanto venduto in precedenza.
Ma forse questa è solo una previsione ottimistica. Dopo la vendita degli alloggi popolari portata a compimento nel 2006, il Comune di Parma aveva preventivato la costruzione di 9 alloggi popolari proprio in Via Guastalla dove ci troviamo oggi. I lavori non sono ancora partiti dopo tre anni ma in compenso veniamo a sapere da un comunicato stampa del 7 Novembre 2009 che in Via Guastalla non si faranno 9 alloggi popolari come promesso ma 9 alloggi di Parmabitare, che implicano canoni d’affitto molto più alti e che quindi non andranno a beneficio dei tanti bisognosi
che han fatto domanda per avere un alloggio a canone sociale.
Questo non è che un esempio delle tante promesse disattese, coperte da una informazione mistificata e l’indifferenza: per fare altri esempi basti ricordare la mancata edificazione di alloggi ERP nell’ambito degli interventi in Zona Parco Eridania-Barilla Center, nonostante fior di contributi statali e regionali a sostegno dell’intervento. Oppure la riduzione della quota Erp nell’intervento STU Pasubio e Stu Stazione, oltre alla riduzione della quota di edilizia convenzionata in tante schede norma e ai ritardi abissali nella realizzazione di tutti gli interventi che hanno un qualcosa di anche vagamente sociale.
Lo stabile di Via Guastalla in cui ci troviamo ospiterà un gruppo di lavoratori tunisini che vivevano in un piccolissimo fabbricato fatiscente e malsano. Insieme a loro c’è un gruppo di studenti universitari, altra categoria che subisce un pesante attacco speculativo (gran parte degli affitti sono in nero) e paga le conseguenze di un inconsistente intervento pubblico.
S.R.U.
Società di Riappropriazione Urbana

Read More......

[Roma 28/11/09] In migliaia in piazza per dire Basta alla violenza sulle donne.

In migliaia hanno partecipato a Roma alla manifestazione contro la violenza sulle donne. Numerose associazioni di donne hanno preso parte al corteo. Importante la presenza di lavoratrici e lavoratori dell'Eutelia in lotta per la difesa del posto di lavoro.

Read More......

giovedì 26 novembre 2009

[Roma 26/11] Manifestazione lavoratori Alcoa - scontri tra polizia e manifestanti

Migliaia i partecipanti al corteo di Roma dei lavoratori dell'Alcoa in lotta per la difesa del posto di lavoro. Momenti di tensione e scontri quando gli operai hanno tentato di manifestare sotto l'ambasciata USA (L'Alcoa è una multinazionale americana). Ferito e portato in ospedale un delegato sindacale colpito dalle manganellate. Solidarietà con i lavoratori Alcoa in lotta!!!

Read More......

[Milano 25/11] Presidio della giornata contro la violenza sulle donne: la polizia carica

Cariche, repressione poliziesca e feriti al presidio di Milano contro la violenza sulle donne.

Da Infoaut

Milano: la battaglia per lo striscione in piazza Cadorna. Tre cariche poliziesche
Questa sera altre cariche a Milano. Ecco l'aria che tira nella città di De Corato, con polizia e carabinieri sempre mobilitati per ogni occasione, manganello in mano. Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, aldilà delle letture romanzate passate sul mainstream nazionale circa il significato del 25 novembre, la risposta per chi si è mobilitata/o nella città di Milano è stata quella dell'pocrisia, della censura e della violenza.
Tanti gli appuntamenti della giornata nel nostro paese, in tantissime città iniziative presidi e azioni. A Bologna l'appuntamento in piazza del Nettuno, per poi spostarsi sotto il Cie di via Mattei. A Catania l'iniziativa nel ri-occupato Cpo Experia. A Roma presidio itinerante verso il Cie di Ponte Galeria. Altre iniziative a Torino, Genova, La Spezia, Pisa, Livorno, Venezia. A Milano l'appuntamento era per le 18:30 in piazza Cadorna per un presidio informativo. L'oggetto della discordia con le forze dell'ordine, che fa immediatamente salire la tensione al presidio attraversato da tante donne, soprattutto giovani, è uno striscione che riporta: "Nei centri di detenzione per immigrati la polizia stupra".
Dinnanzi all'ordine di ritirare lo striscione le manifestanti si oppongono, ostinate a mantenerlo aperto e visibile. Questo il motivo per il quale, vergognosamente, polizia e carabinieri eseguono una prima carica contro il presidio in gran parte costituito da donne, facendo alcuni ferite. La presa dello striscione da parte poliziesca, essendo fallita con la carica, si tramuta nella minaccia di identificazione nei confronti di coloro che hanno aperto e che tengono lo striscione. Minacce che non ottengono il risultato sperato e che si tramutano in una seconda carica, con la quale vengono sequestrati i megafoni. I cordoni di polizia e carabinieri bloccano il presidio in piazza Cadorna, impedendo ogni movimento, che tornano a caricare per la terza ed ennesima volta chi è in piazza. Dopo un paio di ore di alta tensione e violente cariche, il presidio contro la violenza sulle donne (!!!) va a sciogliersi, senza che le forze dell'ordine si siano appropriate dello striscione contro le violenze che si sono verificate e si verificano anche nei Cie. Lo striscione utilizzato questa sera in piazza a Milano aveva infatti l'intento di denunciare quanto è avvenuto in via Corelli, dove si sono verificati 2 tentativi di stupro di 2 migranti da parte dei poliziotti.

Read More......

martedì 24 novembre 2009

[Venezia 24/11] Polizia carica manifestazione autorizzata

Caricata la manifestazione di contestazione al ministro Maroni a Venezia. Nonastante il presidio fosse autorizzato, dirigenti della digos veneziana hanno intimato di rimuovere tre manichini di cartapesta simboileggianti i migranti vittime dei respingimenti di Maroni. Al rifiuto dei manifestanti di rimuovere i manichini la polizia ha caricato.

Da Global Project
Venezia - Respingiamo Maroni
La polizia carica manifestanti autorizzati in centro a Venezia perché Maroni non vuole tre manichini di carta pesta.
Una donna incinta, un bambino e un padre, il più alto misura un metro e venti. Una famiglia di carta pesta è stato il motivo dell'attacco della polizia di Venezia sui corpi di 50 manifestanti di "Venezia respinge il razzismo" che stamattina hanno preso parte ad una manifestazione autorizzata al Ponte dell'Accademia.

Da una settimana, una volta venuti a conoscenza della riunione Cimo all'isola di San Servolo, le associazioni veneziane che confluiscono in questa rete antirazzista avevano chiesto l'autorizzazione ad esprimere il loro pacifico dissenso. Un presidio a terra e poi una barca, una soltanto, che portasse in mare dei manichini di carta a simboleggiare le migliaia di morti senza nome che negli ultimi anni hanno reso il Mediterraneo un immenso cimitero d'acqua.

Il vertice Cimo, infatti, vede allo stesso tavolo alcuni tra i principali Mnistri dell'interno dell'area del mediterraneo occidentale impegnati in quello che loro definiscono "contrasto all'immigrazione clandestina" e che di fatto si trasforma in una guerra spietata contro persone che per la quasi totalità (come dimostrano le stime dell'Acnur) sono profughi in cerca di asilo da guerre e persecuzioni. Politiche migratorie violentissime, le stesse che prescrivono i respingimenti verso le torture, le deportazioni e le carceri libiche, tre delle quali sono direttamente finanziate dall'Italia e le cui condizioni disumane sono state denunciate negli anni da rapporti autorevoli come quelli di Human Rights Watch e di Amnesty International.

Politiche migratorie che perseguono il salvataggio in mare, arrivando a condannare i pescatori tunisini che due anni fa hanno "commesso il reato" di trarre in salvo sulle loro barche decine di persone che stavano affogando.

Politiche migratorie colpevoli, interamente colpevoli, rispetto a tragedie come quella dell'agosto del 2009, quando 73 eritrei, tra cui quattro donne incinte, sono morti di fame e di stenti sotto gli occhi consapevoli dei governi seduti in questi giorni a San Servolo a discutere di "sicurezza".

Quelle donne incinte, i loro figli nati morti e tutti gli altri cadaveri: erano loro che oggi le associazioni di Venezia volevano ricordare, per dire al ministro italiano e a tutti gli altri che il razzismo, anche e soprattutto quello istituzionale, non ha cittadinanza a Venezia, una città storicamente aperta, libera, solidale.

Con le bandiere del leone di San Marco, nuovo simbolo di antirazzismo sottratto alla Lega Nord che se ne è appropriata falsificando la sua storia e il suo significato, le associazioni hanno proposto una forma di dissenso pacifica e creativa. E tutto era autorizzato fino a ieri sera alle sette. a quell'ora, infatti, chi aveva chiesto l'autorizzazione è stato riconvocato d'urgenza in questura per sentirsi dire che le cose erano cambiate, che il Ministro degli Interni, in modo perentorio, diretto e insindacabile, aveva vietato la parte acquea della manifestazione. Ok, niente barca, niente bacino, ma il presidio sì, con le concordate forme pacifiche e creative.
Questi gli accordi presi fino alla sera prima.

Ma stamattina all'Accademia la polizia era di altro avviso: "se tirate fuori i manichini dobbiamo intervenire" dice subito il dirigente Digos, mentre degli "inviati" romani, mandati direttamente dal Ministero, restano ai margini a controllare, a valutare anzi, la condotta dei loro colleghi della Questura di Venezia, visibilmente imbarazzati di fronte ad ordini così ingiustificabili: caricare una manifestazioni autorizzata perché a Maroni danno fastidio tre manichini di cartapesta e tutto quello che possono evocare e rappresentare.

I manifestanti, società civile di tutte le età, a volto completamente scoperto, signore e studenti, con le mani alzate, si ritrovano nella grottesca, incredibile situazione di dovere difendere coi loro corpi dei manichini di carta.

La polizia si avvicina, schiaccia i manifestanti dopo averli circondati da tutti i lati. Si cerca di impedire che le telecamere della Rai e i giornalisti locali possano filmare o fotografare i tre manichini. Tanto fastidio danno questi simboli di dissenso e solidarietà, di "pietas" e di denuncia.

La polizia si avvicina, hanno l'ordine chiaro di caricare. Alzano i manganelli, si mettono i caschi, schiacciano i corpi dei manifestanti con i loro scudi. parte qualche colpo, viene strappato il microfono a chi stava denunciando questo ingiustificabile attacco alla democrazia, alla libertà di pensiero e parola.

Ma la parte coraggiosa e civile di una Venezia che difende i suoi veri valori riesce a mostrare cosa significa veramente disobbedire a delle imposizioni ingiustificabili. Troppi giornalisti esterrefatti, troppa gente che si ferma in solidarietà vedendo quella violenza scagliarsi addosso a una manifestazione del genere.

La polizia deve allontanarsi, il microfono torna in mano a chi sta conducendo questa battaglia di civiltà. I manichini vengono salvati e fotografati. Solo uno, il papà, è stato "arrestato", forse per reato di immigrazione clandestina commesso da un cadavere di carta pesta.
Alla fine sono i manifestanti stessi a consegnare alla polizia i manichini: li volevate tanto? Noi adesso, decidiamo di consegnarveli. Questo è un bambino morto di fame, freddo e disidratazione il 10 agosto del 2009, su una barca, sotto gli occhi del Ministro che voi oggi avete difeso anche a costo di mettervi contro le più elementari norme di democrazia di questo paese alla deriva.

Venezia ha vinto, e il leone di San marco di una città liberata ha sventolato a lungo dal Ponte dell'Accademia. Quel che è accaduto, però, resta un precedente inaccettabile e pericoloso, che deve richiamare la coscienza di tutti. è in ballo davvero la nostra sicurezza, la sicurezza e la libertà di cittadini che vogliono vivere in una città solidale e democratica.

Maroni non venga più, da Roma, a imporre il suo razzismo e la sua repressione.

Venezia Respinge il Razzismo

Read More......

sabato 21 novembre 2009

[Modena 20-11] Nuova spazio occupato a Modena !!!

Da Modena Controinformazione

COMUNICATO STAMPA
Il C.ollettivo A.utonomo M.odenese comunica che nella giornata di venerdì 20 a Modena nascerà un nuovo spazio sociale, mediante l’ occupazione di uno dei tanti stabili vuoti presenti in città.
Questa iniziativa nasce dalla convinzione che uno spazio sociale sia un esigenza per la città di Modena.
Infatti in questa difficile fase ulteriormente aggravata dalla crisi, sono sempre di più i bisogni ai quali le istituzioni preposte non riescono più a dare una risposta. Alcuni esempi di quanto detto sono le numerose scuole superiori che si trovano a cessare le attività di laboratorio e i rientri pomeridiani per la mancanza di fondi e spazi, o il fatto che tutte le palestre modenesi a prescindere della disciplina svolta hanno prezzi che in questa fase sono insostenibili per un precario o un giovane figlio di lavoratori.
Pensiamo quindi che la realizzazione di laboratori fotografici di sale di registrazione o di una palestra popolare, possa essere una risoluzione dal basso di questi problemi che anche a Modena sono sempre più diffusi.
Riteniamo in oltre che la messa in atto di una socialità non mercificata ed aperta a tutti possa essere un modo per rispondere al degrado tramite percorsi di dialogo e partecipazione diretta dei cittadini alla vita pubblica, accantonando così politiche che non risolvono il problema reale e danno solo il pericoloso effetto di creare diffidenza diffusa e paure che vanno abbondantemente oltre quello che è il problema realmente esistente.
C.ollettivo A.utonomo M.odenese

Read More......

[Torino 20-11] Politici del PDL e Polizia aggrediscono studenti che manifestavano contro la Gelmini

Nella giornata di ieri si sono svolte a Torino varie manifestazioni per contestare il ministro Gelmini in visita in città. Quando è corsa la notizia che il ministro si stava recando presso la sede del PDL, alcune decine di studenti si sono diretti verso questa sede. Appena giunti sul posto con striscioni e magafono gli studenti sono stati aggrediti da politici del PDL e polizia in assettoi antisommossa. NElle immagini del video che segue si distinguono bene alcuni esponenti del PDL che cercano di aggredire gli studenti; uno in particolare provoca i manifestanti con una cinghia in mano. Solidarietà agli studenti !! Disprezzo per questi borghesi,coraggiosi solo dietro i cordoni della celere, vigliacchi sempre.

Read More......

mercoledì 18 novembre 2009

[Grecia17/11] Scontri tra polizia e manifestanti nell'anniversario del la rivolta del Politecnico nel '73


Da Euronews
Anniversario della rivolta del Politecnico contro i Colonnelli nel ’73: ad Atene le celebrazioni degenerano in scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.
I tafferugli sono cominciati dopo la marcia che ha condotto oltre 10.000 persone attraverso il centro della capitale greca e fino all’ambasciata degli Stati Uniti, per ricordare l’appoggio di Washington alla dittatura militare al potere tra il ’67 e il ’74.250 circa le persone fermate dalla polizia. Decine i feriti e i contusi. Tra questi 13 agenti di polizia.
Il governo socialista che ha sostituito la destra dopo le elezioni dello scorso 4 ottobre, aveva dispiegato 6.500 agenti, 1.500 in meno rispetto al dispositivo messo in atto lo scorso anno.
Il 17 novembre ’73 la giunta di Papadopoulos ordinò l’intervento dell’esercito per liberare il Politecnico occupato. Una trentina di studenti furono uccisi.

Read More......

[Milano 18/11] Scarcerati gli studenti arrestati al corteo di ieri. Manifestazione studentesca fino al tribunale

Questa mattina si è svolto il processo per direttissima deli studenti arrestati ieri a Milano. Importante la mobilitazione fuori dal tribunale dove sono arrivati in corteo centinaia di studenti milanesi. Gli arrestati di ieri sono stati rilasciati senza l'obbligo di firma (come aveva invece richiesto il PM).
Servizio del TG1

Read More......

[17/11] Mobilitazione studentesca in tutta Italia

In occasione della giornata internazionale degli studenti si svolte manifestazioni in numerose città italiane.In oltre 50 città migliaia di studenti sono scesi in piazza contro l'attacco alla scuola pubblica portato avanti dal ministro Gelmini. A torino gli studenti hanno occupato il rettorato. A Milano la polizia ha attaccato la manifestazione studentesca con cariche fermi e arresti. Risultano arrestati 2 compagni, 4 fermati.
Di seguito sequenza immagini della polizia che attacca gli studenti

A seguire filmati da Napoli,Roma e Torino




Read More......

martedì 17 novembre 2009

[16/11]CONTRO GLI SFRATTI OCCUPATI I TETTI DEL COMUNE DI BOLOGNA


Da ASIA-RdB
CONTRO GLI SFRATTI OCCUPATI I TETTI DEL COMUNE DI BOLOGNA

Si è conclusa intorno alle 18 l’occupazione del Consiglio Comunale e dei tetti del Comune da parte di un consistente numero di inquilini e sfrattati.

La mobilitazione è stata sospesa poiché l’assessore alla casa Milena Naldi ha garantito che verrà trovata una soluzione che accompagnerà la famiglia, sfrattata stamattina, fino all’assegnazione di casa popolare prevista per l’inizio del prossimo anno, mantenendo unito il nucleo famigliare.

E’ stato fissato un appuntamento per giovedì pomeriggio con il sindacato AS.I.A.-RdB e la famiglia in questione per illustrare la soluzione trovata.

Riteniamo che di fronte all’attuale emergenza abitativa vadano trovate soluzioni condivise e collettive: è per questo motivo che rilanciamo la proposta di “ostelli per sfrattati”, ovvero strutture di proprietà pubblica adibite ad ospitare chi rimane senza casa, così come già avviene in altre regioni, per consentirgli di trovare una altra soluzione abitativa e per evitare che lo sfratto rappresenti un problema insormontabile che può portare alla perdita del lavoro e alla separazione della famiglia. Questa soluzione deve essere concepita come misura emergenziale e deve essere accompagnata da una politica strutturale di sviluppo dell’edilizia residenziale pubblica e di calmierazione del mercato privato tramite una più rigorosa politica fiscale.

Segnaliamo che vi è un aumento delle forze dell’ordine utilizzate contro gli inquilini per risolvere i problemi di emergenza abitativa, non solo in forze al momento dello sfratto ma si è minacciato l’utilizzo anche per lo sgombero coatto del consiglio comunale. Non è tramite queste minacce che si fermerà la mobilitazione.

Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato, come gli attivisti del Lazzaretto Autogestito, realtà sotto sgombero e il dal Coordinamento Provinciale dei Vigili del Fuoco del sindacato RdB per la solidarietà portataci.

AS.I.A.-RdB Bologna

Read More......

domenica 15 novembre 2009

[Roma 14/11] oltre 50.000 al corteo della CGIL


Oltre 50 mila partecipanti alla manifestazione "Il lavoro e la crisi: esigiamo le risposte". Importante la presenza al corteo di numorose realtà operaiae in lotta.
Di seguito video dal corteo

Read More......

giovedì 12 novembre 2009

[Nepal 12 /11] Manifestazione antigovernativa organizzata dal Partito Comunista Maoista - scontri tra manifestanti e polizia


Da Infoaut
Nepal, assedio degli uffici governativi

Nella capitale nepalese, Kathmandu, migliaia di manifestanti maoisti, arrivati da ogni parte del Nepal, hanno circondato gli uffici governativi per protestare contro il presidente Ram Baran Yadav. A guidarli è il leader del partito maoista nepalese ed ex primo ministro, Prachanda. Il governo ha schierato centinaia di uomini in tenuta anti-sommossa in difesa del palazzo.

La mobilitazione di quest'oggi si inserisce in un percorso di contestazione iniziato da tempo, solo l'altro giorno altre migliaia di manifestanti han bloccato la principale strada di accesso alla capitale Kathmandu. I maoisti hanno invece rinunciato a bloccare l'aereoporto internazionale, come preannunciato in un primo tempo.

Ma la tensione nel paese è evidente: il partito maoista, emerso come prima forza politica dalle prime elezioni democratiche del Nepal, l'anno scorso, dopo la guerriglia che ha portato all'abbattimento della monarchia, chiedono le dimissioni del governo di minoranza e accusano il presidente Ram Baran Yadav di aver agito incostituzionalmente, nel maggio scorso, quando ha reinsediato il capo dell'esercito che il premier Prachanda aveva destituito, obbligando il leader maoista a dimettersi. Appelli a un governo di unità nazionali sono finora caduti nel vuoto. Lunedì scorso il leader maoista ha ammonito che se le proteste non sortiranno effetto il suo partito sarà costretto a creare un «contro-governo» parallelo.


Read More......

[Ascoli] I lavoratori della Manuli contestano l'accordo siglato dai sindacati. Sindacalista Cisl esce scortato dalla Digos

Da Contropiano

L'accordo che giorni fa i sindacati hanno trovato con la dirigenza della Manuli non è affatto piaciuto agli operai. I lavoratori della Manuli hanno infatti bocciato mercoledì mattina, 11 novembre, il Piano aziendale presesentato dai vertici della multinazionale della gomma sottoscritto nei giorni scorsi da sindacati confederali e istituzioni, e che prevede il reintegro solo di 140 operai a fronte dei 237 che dovrebbero rimanere fuori e per i quali sono previsti ammortizzatori sociali . Nel corso dell'assemblea, che si è svolta presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Ascoli Piceno il dirigente sindacale della Cisl-settore gomma, Colombini al termine dell’assemblea indetta dai sindacati per vagliare l’ipotesi di accordo sul futuro della Manuli, si è visto appunto contestare duramente dagli operai. Alla base del gesto le decisioni prese dai sindacati in accordo con l'azienda che prevede il licenziamento di 250 addetti su 370 attualmente in forza alla Manuli. In una improvvisata votazione per alzata di mano tenutasi al termine di una tesissima assemblea, la maggioranza degli operai presenti, alcune centinaia, ha votato per il no all’intesa. Una chiara bocciatura che ha ribadito la contrarietà dei lavoratori all’ipotesi di accordo siglata fra sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil. I sindacalisti hanno lasciato la sala congressi scortati da alcuni agenti della Digos

Da Presidio Manuli

Mancato REFERENDUM
Stamattina si è tenuta l'assemblea generale della Manuli presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Ascoli Piceno. Ad esporre l'ipotesi di accordo c'erano i delegati nazionali delle tre sigle sindacali (CGIL, CISL e UIL). Per due ore circa hanno cercato di spiegare ai lavoratori presenti (oltre 300) tutte le motivazioni che hanno portato alla firma di questo pseudo-accordo. Non c'è un piano industriale per chi rimane (ricordiamo: 125 a tempo pieno, altri 10 part time più altri 5 entro un anno), non si conoscono le cifre per l'incentivazione (si sa solo che l'azienda ha messo a disposizione 3.700.000 euro da dividere), non si sa se la Regione o chi altro concederà dei fondi per agevolare economicamente chi rimarrà fuori, non hanno saputo rispondere quando è stato chiesto loro se la gratifica feriale (14ma mensilità) sarà ancora erogata a chi avrà la fortuna di essere tra i riassunti, non sono state date garanzie sul premio di produzione (dicono che dal 1° gennaio sarà rivisto secondo i nuovi obiettivi). Ma quali sono i nuovi obiettivi? Dall'ipotesi di accordo esce fuori che l'azienda smantellerà e VENDERA' i capannoni rimasti liberi. Non ci sarà nessuno sviluppo della produzione se venderanno le loro strutture. Non è scritto da nessuna parte l'impegno dell'azienda a rimanere nel territorio per un certo numero di anni, anzi si riserva la facoltà di licenziare. Tornando all'incentivo, 3.700.000 euro sembra tanti, ma provate a dividerli per 240 (le persone che rimangono fuori), togliete le quote che verranno erogate come integrazione salariale per chi andrò in cassa integrazione, rimarrano briciole per chi decide di andarsene volontariamente (nemmeno 5.000 euro netti). Altra castroineria: decideremo in seguito come distribuire questa somma di denaro!!! Questo hanno detto!!! Sempre l'accordo prevede l'istituzione di tavoli mensili per discutere forme di riassunzioni per le maestranze in cassa integrazione: in pratica la stessa presa in giro fatta agli operai della cartiera di Ascoli Piceno. Il risultato di questi tavoli è che gli stessi lavoratori della cartiera hanno aperto un presidio davanti lo stabilimento ben due anni dopo tutte le promesse fatte e non mantenute, le stesse che stanno facendo a noi. A Bologna e Milano hanno già votato e si doveva votare anche da noi. E' già difficile prendere una decisione sul proprio futuro lavorativo, ma sinceramente non ci sono stati tolti i mille dubbi che avevamo sulla bontà di questa contrattazione. Tegola finale: invece di far procedere alla votazione oggi stesso e scrutinare PUBBLICAMENTE le schede, il Sig. Colombini (nazionale CISL) ha dichiarato l'intenzione di far votare domani e dopodomani nelle sedi sindacali scatenando l'ira della maggior parte delle persone presenti. Il delegato nazionale della CGIL ha preso atto del netto rifiuto della forza lavoro dichiarando che per per quanto riguarda la propria sigla sindacale ci sarà un mancato accordo. Colombini è uscito scortato dalla Polizia ma è rimasto fermo nella propria idea. Si è svolta una votazione per alzata di mano, il 100% dei VOTANTI ha detto NO!!! Speriamo che ne prendano atto.

Read More......

mercoledì 11 novembre 2009

Alfa di Arese: 232 tecnici in lotta contro il trasferimento in massa a Torino

Servizio di Silvia Tagliabue da CUB Video

La FIAT chiude di fatto Arese e Formigoni fa finta di nulla.
Servizio di Silvia Tagliabue.
C'era una folta delegazione di lavoratori cassaintegrati dell'Alfa di Arese al presidio organizzato dall'FlmUniti-CUB davanti alla sede di Regione Lombardia. La Fiat ha infatti aperto la procedura per trasferire gli enti tecnici a Torino e chiudere così definitivamente una storica realtà industriale e occupazionale di Milano e della Lombardia. La FlmUniti CUB chiede alla Regione di assumere una buona volta un ruolo propositivo di fronte alla crisi: va avviato un intervento per sostenere il reddito dei lavoratori in cassa integrazione e mobilità, ma soprattutto vanno costruite solide prospettive di occupazione, a cominciare dall'Alfa di Arese.
Questa prcedura di trasferimento in massa di tutti i lavoratori rimasti ad Arese svela infatti la vera politica industriale di Marchionne, che dichiara di non voler chiudere fabbriche in Italia, ma di fatto procede al loro svuotamento. Formigoni e la sua Giunta hanno pesanti colpe nella vicenda Alfa, perchè in cinque anni hanno fatto solo promesse.
Con l'accordo del 2004, si costruì un ambizioso progetto per Arese attraverso tre interventi: la salvaguardia dell'Alfa Romeo, il polo della mobilità sostenibile col quale si prospettavano 1000 posti di lavoro di cui 400 nuovi entro 36 mesi, l'insediamento di imprese e centri di ricerca, l'area della logistica per rioccupare 550 lavoratori allora in Cigs. A sostegno del polo della mobilità sostenibile la Regione prometteva investimenti per 358 milioni di euro ai quali si dovevano aggiungere 107 milioni di euro previsti dalla legge finanziaria destinati a Sviluppo Italia per l'acquisto delle aree e aiuto alle imprese.
Di tutto questo non è stato fatto nulla. Addirittura un terzo dei 107 milioni di euro di Sviluppo Italia è stato utilizzato per i Forestali della Calabria, il resto mai speso. Del progetto restano solo le foto di Formigoni accanto al distributore di idrogeno, portato lì esclusivamente per lo scopo.
Formigoni deve passare alle azioni concrete: la Regione deve impedire alla Fiat il trasferimento degli enti tecnici a Torino, il licenziamento di fatto di altri 232 lavoratori e la cancellazione dell'Alfa a Milano.

Read More......

lunedì 9 novembre 2009

[Livorno Pistoia 9-11] Ancora repressione contro gli antifascisti


Si inasprisce la repressione contro gli antifascisti. Nonostante a quasi un mese da quell'11 ottobre in cui i compagni Alessandro, Elisa e Alessandro sono stati arrestati, questi compagni sono ancora trattenuti in carcere e ai domiciliari, l'azione repressiva non si ferma. Oggi sono state effettuate altre perquisizioni tra Pistoia e Livorno ed altri compagni sono stati fermati. Questo a pochi giorni dall'arresto di una altro compagno antifascista a Firenze (Mannu).
Libertà per gli antifascisti!!
Libertà per tutti i compagni!

--------------------------------------------------
Comunicato P-CARC
09.11.09: Ancora arresti e perquisizioni in Toscana!
Continua la montatura giudiziaria contro i comunisti e gli antifascisti.

Questa mattina nuove perquisizioni nelle abitazioni di comunisti e antifascisti a Pistoia e Livorno. Al momento ci risulta che a Pistoia la polizia ha prelevato dalla sua abitazione e condotto in questura per “accertamenti” il compagno Jury della sezione del P.CARC e un compagno della Rete antifascista; mentre a Livorno a due compagni sono stati notificati gli arresti domiciliari.

A quanto ci risulta tutti erano già denunciati per l'assalto alla sede fascista di Casa Pound dell'11 ottobre scorso.

Fin da subito il P.CARC, con le sezioni della Federazione Toscana, è mobilitato: compagni e compagne stanno accorrendo alla questura di Pistoia per accertare i fatti, esprimere solidarietà ai compagni colpiti dalla repressione e per esigere la liberazione di tutti gli antifascisti arrestati.

Comunicati di aggiornamento seguiranno nelle prossime ore!

Oggi pomeriggio alle 15 presidio sotto il Comune di Pistoia.

Il presidio era già convocato: gli arresti di questa mattina sono un motivo in più per partecipare numerosi!

L' ondata dell'antifascismo popolare monta, le provocazioni poliziesche la ingrossano!

Read More......

[ROMA 7-11] In migliaia al corteo per Stefano Cucchi

Video immagini degli scontri

Video interviste al coerteo

Da INFOAUT

Roma, corteo per Stefano Cucchi: scontri e blocchi di rabbia
Migliaia di persone hanno manifestato questo pomeriggio a Roma per ricordare Stefano Cucchi, 31enne ucciso nel carcere di Regina Coeli, massacrato e ammazzato di botte nonostante, a più voci, siano svergognatamente impegnati a raccontare una verità di comodo e ben poco credibile. Tante realtà dell'autorganizzazione romana, la famiglia e gli amici di Stefano, moltissimi abitanti del quartiere di Torpignattara hanno voluto gridare "verità e giustizia", in un corteo aperto dallo striscione "Non si può morire così. Basta vite spezzate dalla violenza dello Stato".

Manifestazione partita da via dell'Acquedotto Alessandrino, dove si sono registrate le prime tensioni con la polizia, lasciatasi andare anche in questa occasione a provocazioni. Bottiglie e oggetti sono stati lanciati contro i blindati, sotto il coro "assassini". Dopodichè, senza alcun tipo di impianto musicale, ma sotto il continuo degli slogan e degli interventi dal furgone di coloro che hanno voluto esprimere la propria indignazione e rabbia, ci si è diretti fin sotto la casa di Stefano, in via Ciro da Urbino 55, sempre nel quartiere Torpignattara dove è nato e cresciuto, dal quale è arrivata una bella partecipazione (tanti ragazzi, immigrati, gente del quartiere).

Corteo poi ripartito in direzione del mercato ortofrutticolo di Torpignattara. La militarizzazione dell'area, le provocazioni continue della polizia hanno saturato un clima di tensione e rabbia. Sono scoppiati tafferugli e scontri con gli agenti, in prima fila i ragazzini del quartiere che hanno partecipato in buon numero e che vivono quotidianamente sulla loro pelle la vita delle periferie, fatta di deserto e mancanze, così come di prepotenza e arroganza poliziesca. Sono stati rovesciati e incendiati cassonetti, lanciati petardi e oggetti. In via Torpignattara la polizia ha provato ad effettuare cariche, sparando lacrimogeni. Tensioni che si sono ripresentate una volta ricompattato il corteo, in conclusione di manifestazione: disordini sulla via Casalina con blocchi stradali, cassonetti rivoltati, forze dell'ordine schierate. Non ci sono notizie di fermi e di feriti.

Una bella risposta del quartiere così come di tutti coloro che oggi hanno voluto esserci, per ricordare Stefano Cucchi, per evidenziare le responsabilità pendenti sulle spalle di molti, non nuovi a scempi simili. Stefano è solo l'ultimo di una lista molto incompleta che prima ha visto l'aggiunta di Aldo Brianzino e Stefano Frapporti, prima ancora di Federico Aldrovaldi e Carlo Giuliani. Ed in tanti oggi hanno ritenuto bene di resistere, in strada, non accettando le provocazioni di chi non può che essere chiamato "assassino".

Read More......

giovedì 5 novembre 2009

[Milano 5/11]Gli operai Agile/Omega occupano la fabbrica


Da Infoaut
Si allarga la protesta dei lavoratori Agile/Omega (ex Eutelia), dopo che il 22 ottobre scorso la società Agile srl (partecipata da Eutelia al 100%) - acquisita a giugno dal gruppo Omega e frutto dello scorporo di tutte le attività di Information Technology da parte di Eutelia Spa - ha avviato le procedure di mobilità per 1.192 lavoratori (su 2mila dipendenti di tutt'Italia, il 65%).

Dopo l'occupazione della sede di Roma, che va avanti ormai da otto giorni, martedi notte è scattata anche l'occupazione nello stabilimento di Pregnana Milanese. Nel momento in cui sono usciti i dirigenti di Agile e Eutelia una ventina di lavoratori e lavoratrici si sono barricati nella sede di via Laboratori Olivetti, dichiarando lo stato di assemblea permanente.

L'azienda ha tagliato la linea Internet e quella telefonica. Per terra, tra le scrivanie e i computer, i sacchi a pelo e le coperte usate degli occupanti, che hanno dichiarato che la prima notte "è stata lunga, ma non molliamo, vogliamo indietro il nostro lavoro". Tutti si sono dati un soprannome e si tengono sciarpe e cappucci calati sul viso per non farsi riconoscere per paura di ritorsioni.

Al presidio dentro e fuori i cancelli dello stabilimento ci sono praticamente tutti i dipendenti della sede milanese (i licenziamenti nella sede di Pregnana riguardano 237 lavoratori su un totale di 430). I lavoratori chiedono il ritiro dei licenziamenti, il pagamento degli stipendi arretrati (agosto, settembre e ottobre) e l'apertura di un tavolo con la presidenza del consiglio.

All'occupazione di Milano, che andrà avanti a oltranza (oltre quella ancora in piedi di Roma), si è aggiunta contemporaneamente anche quella di Ivrea, accolta fuori dai cancelli milanesi con un lungo e spontaneo applauso.

Read More......

mercoledì 4 novembre 2009

4 Novembre, la guerra non si festeggia, si contrasta!

Il 4 Novembre, anniversario dell'armistizio della guerra 1915-18 viene ricordato e celebrato dal governo e dalla borghesia come la vittoria italiana. Quale vittoria? Un massacro di proporzioni abberranti in cui la borghesia ci trascinò per i suoi interessi. Contro ogni retorica militarista e nazionalista, ribadiamo il no alla guerra.No alle guerre decise dai borghesi e fatte sulla pelle dei proletari ieri come oggi.
Video sul 4 Novembre e la prima guerra mondiale in Italia

La guerra non si festeggia, si contrasta!
Partecipiamo alle manifestazioni contro la guerra che in diverse città si svolgeranno nei prossimi giorni!

Read More......

martedì 3 novembre 2009

Monder: lavoratori da dieci giorni in sciopero per ottenere il pagamento degli stipendi

Servizio di Silvia Tagliabue

da CUB Video

I 43 lavoratori della Monder di Via Di Vittorio, storico stabilimento di Peschiera Borromeo, sono in sciopero dal 26 ottobre e presidiano i cancelli della fabbrica per ottenere il pagamento degli stipendi arretrati.
La situzione è piuttosto grave: a due lavoratori licenziati e reintegrati mancano sei mensilità, a uno la quattorcicesima di luglio, a molti il saldo di agosto e per settembre, per ora, ci sono state solo promesse.
L'amministratore delegato della Monder, Fabio Luca Franzosi, si sottrae agli incontri coi lavoratori, non ha presentato un piano aziendale, parla della necessità di una ristrutturazione, con esternalizzazione del reparto di confezionamento, ma nello stesso tempo nega che l'azienda sia in difficoltà economiche. Solo su pressioni dell'RSU due settimane fa ha aperto la procedura di cassa integrazione per 10 operai.
Oltre a non pagare gli stipendi, è da due anni che trattiene i contributi che i lavoratori versano al fondo complementare Alifon, da gennaio ha cessato di distribuire i buoni pasto giornalieri e non ha ancora corrisposto il premio di produzione del 2007.
Il Consigliere Provinciale Massimo Gatti (Un'Altra Lombardia - Rifondazione Comunista - Comunisti Italiani), si è reso disponibile affinchè venga fatta una convocazione urgente all'Unità di Crisi in Provincia che ponga l'Amministratore Delegato Franzosi di fronte alle sue responsabilità: "abbiamo un elenco molto lungo di personaggi che sono tutto eccetto che imprenditori in grado di condurre delle aziende, basti pensare all'INNSE, alla Lares, all'Alluminium, alla Ercole Marelli. Bisogna cominciare a dire che chi non fa il proprio dovere deve essere punito, pagare quanto gli tocca e andarsene a casa."
Venerdì si è svolta l'Assemblea dei lavoratori e si è deciso di continuare lo sciopero e il presidio fino a mercoledì 4 novembre.
La CUB invita tutti a esprimere la propria solidarietà ai lavoratori in lotta della Monder passando al presidio di Via di Vittorio 6 a Peschiera Borromeo.

Read More......

lunedì 2 novembre 2009

31 Ottobre di lotta. Da Catania alla Val Susa


31 Ottobre: un'altro sabato di lotta
10.000 manifestanti NO TAV in Val di Susa, più di mille a Catania contro lo sgombero del CPO Experia, presidio antifascista caricato dalla polizia a Torino, cariche anche a Milano.
Video manifestazione di Catania da Collettivo Autorganizzato Universitario

Seguono video di Torino e Val Susa
Tg3 regione sulla manifestazione No Tav

Video del presidio antifascista a Torino da Collettivo Comunista Piemontese

Read More......

Denim Template © www.Blogger.com changed Manhattan Template by http://lafarfallachescrive.blogspot.com