mercoledì 24 marzo 2010

Dichiarazione comitato nazionale Palestina su BDS


Il Comitato nazionale del Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni vi invita a partecipare con le vostre forze e competenze per una Giornata attivista globale del BDS il 30 marzo 2010, in solidarietà con il popolo palestinese, per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni ai danni d'Israele.Il CNB invita coloro i quali hanno una coscienza e le loro organizzazioni in tutto il pianeta a mobilizzarsi in azioni BDS creative, concrete e visibili, per trasformare questa giornata in un passo storico per il movimentro contro l'apartheid, il colonialismo e l'occupazione in Israele, per la responsabilizzazione dell'oppressore e per il rispetto dei diritti e della dignità del popolo palestinese.

Il prossimo 30 marzo, il CNB chiede d'indirizzare la propria azione politica:

1. al boicottaggio e al disinvestimento ai danni delle corporazioni israeliane e di quelle internazionali c
he sostengono l'apartheid, il colonialismo e l'occupazione in Israele;

2. a un'azione legale che ponga fine all'impunità israeliana, indaghi e giudichi gli israeliani sospettati di crimini di guerra davanti a corti nazionali e a tribunali internazionali;

3. a fare e promuovere pressioni per un embargo degli armamenti contro Israele e per un blocco o una cessazione del libero commercio e di altri accordi preferenziali con questo stato: un passo cruciale e urgente in direzione di sanzioni vere e proprie;

4. al lancio di un boicottaggio accademico, culturale e sportivo ai danni d'Israele e delle istituzioni sue complici;

Il primo Global BD
S Day of Action è stato annunciato dalla società civile palestinese con grande sostegno al World Social Forum del 2009. La giornata del 30 marzo coincide con la Giornata della Terra in Palestina, che commemora l'anniversario dell'uccisione di sei giovani palestinesi – cittadini d'Israele – da parte delle forze di sicurezza israeliane nel 1976. Questi coraggiosi ragazzi erano sei tra le migliaia di persone intente a protestare contro l'espropriazione di terre palestinesi, utilizzate per costruire nuove colonie ebraiche ed espandere le esistenti città israeliane. Oggi, la Giornata della Terra simbolizza la resistenza palestinese contro l'espropriazione, la colonizzazione, l'occupazione e l'apartheid tuttora in corso in Israele.

L'annuncio del primo Global BDS Day of Action giunse all'inizio dei 23 giorni di offensiva israeliana, l'operazione “Piombo fuso”, durante la quale morirono più di 1.400 palestinesi e più di 5.000 rimasero feriti nella Striscia di Gaza occupata e assediata. Un anno dopo, Israele prosegue con il suo blocco soffocante sull'intera Striscia di Gaza, in quello che è stato descritto dagli esperti di diritti umani come un atto di “lento genocidio”. Questa è solo la continuazione della brutale oppressione israeliana del popolo palestinese, che vede tra i suoi precedenti l'espulsione dalle case durante la Nakba del 1948, il governo militare, l'occupazione e colonizzazione delle terre, l'apartheid e l'accanita negazione dei diritti dei rifugiati palestinesi a ritornare nelle loro terre e nelle loro abitazioni.

Nel BDS Day of Action del 2009, moltissimi tra sindacati, organizzazioni non-governative e studentesche, partiti politici e gruppi sociali in oltre 40 città in tutto il mondo hanno risposto all'invito – lanciato durante il World Social Forum del 2009 – a intraprendere un'azione coordinata di BDS a livello globale. Le attività dell'anno scorso bersagliarono, tra le altre, compagnie come Connex, una sussidiaria della multinazionale Veolia, complice nella costruzione del sistema israeliano di ferrovie leggere che collega le colonie israeliane nella Cisgiordania occupata a Gerusalemme; la catena di librerie Chapters Indigo, i cui profitti sono versati nei conti dei soldati israeliani “soli”; il gigante dei supermercati Tesco, che vende un assortimento di beni illegalmente prodotti nelle colonie; e Motorola, fornitore delle telecomunicazioni e dei sistemi elettronici delle forze di occupazione israeliane.

Da allora, la campagna globale del BDS è cresciuta. Studenti, aziende del settore privato, sindacati e altri attori della società civile di tutto il mondo hanno compreso che l'oppressione d'Israele ai danni del popolo palestinese non può più essere tollerata, e hanno concordemente adottato diverse forme di BDS contro Israele, fino a che non abbandonerà le sue politiche ostili e osserverà la legge internazionale. Nel solo 2009, sindacati, organizzazioni spirituali, gruppi studenteschi e molti altri movimenti hanno lanciato delle campagne BDS per rendere Israele responsabile delle proprie violazioni della legge internazionale e dei diritti fondamentali palestinesi.

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lunedì 22 marzo 2010

[Roma 20/3/2010] 200.000 in piazza per l'acqua pubblica


Da contropiano.org

Una manifestazione finalmente "potabile"
Non saranno in duecentomila come annunciato un per tenere il punto con il "pallonaro" convenuto a Sam Giovanni, ma sono stati tanti i partecipanti alla manifestazione per l'acqua pubblica, partita da Piazza della Repubblica e diretta a Piazza Navona.
Il corteo aperto dallo striscione «ripubblicizzare l'acqua, difendere i beni comuni» porta la sigla del Forum italiano dei movimenti per l'acqua, organismo nato in questi anni per ingaggiare una battaglia sul diritto all'acqua che ha assunto ormai connotati di mobilitazione internazionale.
Erano numerosi i gonfaloni dei comuni di città di tutta Italia (perlopiù comuni piccoli e medi). Erano molte ma non più moltissime le bandiere di partiti, da Sinistra ecologia e libertà, al Prc e ai verdi, dei sindacati di base e della cgil.
Il corteo si oppone al decreto Ronchi approvato lo scorso novembre. Un decreto che - su pressione delle direttive dell'Unione Europea - privatizza definitivamente la gestione del servizio idrico e dei servizi pubblici locali stabilendo che la quota in capo al pubblico debba scendere progressivamente nei prossimi cinque anni. E' proprio questo il punto, secondo i manifestanti, che va modificato perché apre alla mercificazione dell'acqua. Altri spezzoni - tra questo quello della Rete dei Comunisti - si sono sforzati di legare la battaglia sull'acqua alla resistenza complessiva contro le privatizzazioni anche degli altri servizi pubblici.

Sul camion in testa al corteo c'è uno striscione blu che recita: «L'acqua è un bene comune. Fuori l'acqua dal mercato! Fuori i profitti dall'acqua!». In coda al tir un enorme pallone blu da cui spunta un rubinetto che lascia ciondolare una goccia blu fatta da un palloncino.
Tanti gli slogan che i manifestanti portano addosso attraverso piccoli cartelloni appesi al collo con una goccia d'acqua parlante: «Liberami dalle multinazionali», «Acqua generosa gratuita, oggi ed ora ristoraci ancora», «Ce la vogliono dare a bere», «Sono un portatore d'acqua», «L'acqua è vita non è merce», «Acqua e terra beni comuni. Ribellarsi è giusto», «Chi controlla l'acqua controlla la vita», «Acqua pubblica senza se e senza Spa».
Dietro lo striscione di testa, c'era anche Alex Zanotelli che ha ha riaffermato «Se nei prossimi mesi riusciremo a raccogliere le firme necessarie per far svolgere i tre referendum contro la privatizzazione dell'acqua e poi riusciremo anche a vincerli, sarà il primo colpo che verrà dato alla privatizzazione, che per ora sembra purtroppo vincere in tutto il mondo. A farne le spese sono come sempre i poveri e i deboli e se le cose continueranno cosi' credo che ci saranno anche 100milioni di morti per mancanza d'acqua nel Sud del mondo».

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[Torino 20/3/2010] Popolo Viola e No Tav in piazza


Da infoaut
Successo della manifestazione popolo viola e NoTav

La manifestazione "NO TAV, NO MAFIA, NO CENSURA" organizzata dal popolo e dalla resistenza viola, a cui hanno aderito il Movimento NO TAV, il Coordinamento delle Liste Civiche della Comunità Montana Valli di Susa e Sangone, Le Agende Rosse, Antitavaction, Radio Blackout e il Movimento 5 Stelle Piemonte, ha visto la partecipazione di molte migliaia di persone venute da Torino e cintura, Valli di Susa e Sangone, inoltre sono venuti gruppi viola dal Veneto, da Brescia, da Genova, da La Spezia, da Pavia, e tutti indossavano qualcosa di viola e la bandiera No Tav.

Per oltre due ore la manifestazione, gioiosa e comunicativa come sempre, ha percorso il centro di Torino ricordando ai cittadini in giro per negozi che "il TAV costa e si paga con la riduzione dei servizi essenziali: sanità, scuola, ricerca, treni pendolari e difesa e messa in sicurezza del territorio", che "la MAFIA esiste e ha ormai occupato i centri vitali dello stato alleandosi e infiltrandosi con e nei partiti politici", che "i veri mafiosi non portano più la coppola ma il doppiopetto e hanno studiato nelle migliori università del mondo", che "il TAV non porta sviluppo e non fa crescere l'economia, sennò, visto che hanno appena inaugurato mille chilometri di TAV in Italia non dovremmo essere in crisi ma dovremmo nuotare nell'oro".

La manifestazione si è conclusa in piazza San Carlo che è stata occupata per una buona metà da un tripudio di bandiere viola e bianche e rosse con il treno crociato. Sono stati belli anche gli interventi: oltre a quelli degli organizzatori e dei No TAV, anche quelli de La casa della legalità, e di Alberto Puliafito che ha raccontato la sua esperienza di filmaker all'Aquila e quello delle Liste Civiche delle Valli di Susa e Sangone. Una vera ovazione ha accolto le parole di saluto e di ringraziamento per la solidarietà ricevuta che Marinella, intervenuta alla manifestazione, ha rivolto a tutti nel salotto buono di Torino.

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[Livorno 20/3/2010] 1500 in piazza contro il rigassificatore


Da Senzasoste.it

20 Marzo 2010 alle ore 16 parte la manifestazione contro il progetto Rigassificatore OLT, la manifestazione parte da piazza Civica davanti al Municipio, gira per il centro cittadino per poi tornare in piazza Civica. Nel percorso erano presenti 2000 cittadini, hanno marciato contro questo scellerato progetto. Una scommessa e stata quella del comitato, che a fatica aveva programmato da più di un mese. In piazza Civica prendono la parola gli aderenti venuti da Viareggio Assemblea 29 giugno 2009 e da val di Susa una rappresentanza del comitato No TAV, oltre a Maurizio Zicanu rappresentante del comitato No offshore parla anche Giannì responsabile mare di Greenpeace, i presenti cerano anche tanti altri come personaggi della politica Livornese, una minoranza che e sempre stata presente e sempre all’opposizione in comune.

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mercoledì 17 marzo 2010

Bologna. Bloccati due sfratti esecutivi


Oggi l’ASIA-RdB e BolognaPrendeCasa sono riusciti attraverso la
determinazione degli inquilini resistenti a bloccare due sfratti, ottenendo
due rinvii.
Gli inquilini resistenti quando si organizzano, quando lottano dimostrano
che si può non pagare la crisi. Tuttavia non possiamo non ricordare le
altre centinaia di sfratti che in questi giorni stanno avvenendo nel
completo silenzio. Quando gli inquilini si organizzano c’è una possibilità
di resistere, in mancanza di questo gli sfratti vengono fatti
automaticamente.
Occorre ora rilanciare una mobilitazione che dia forza alle proposte del
movimento di lotta per la casa:

-Soluzioni d’emergenza per chi subisce uno sfratto esecutivo
-Blocco degli sfratti
-Requisizione delle case sfitte private da parte dell’amministrazione,
applicando le leggi già esistenti
-Tutela di chi non riesce più a pagare le rate del mutuo prima casa,
attraverso l’acquisto da parte di ACER
-Finanziamento per la crescita del numero di case popolari e un
potenziamento dello Stato sociale

Su queste proposte invitiamo con urgenza chi governa la città e la regione
a confrontarsi.
I tempi oggi della politica non possono essere solo quelli degli scandali,
ma devono essere dettati dalle condizioni reali che provoca la crisi
economica che attraversa la nostra regione. Perché l’interesse pubblico è
per noi maggiore dell’interesse privato.

ASIA-RdB


ASSOCIAZIONE INQUILINI e ASSEGNATARI (ASIA-RdB)
Via monterumici 36/10 Bologna
Tell: 051 389524 fax: 051 310346 cell:3887441894

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[Palestina 16/3/2010]Anche oggi scontri a Gerusalemme con le truppe israeliane, è la "giornata della rabbia" palestinese


Da Contropiano
Palestina . Anche oggi scontri a Gerusalemme con le truppe israeliane, è la "giornata della rabbia" palestinese

Violenti scontri sono in corso tra centinaia di giovani palestinesi e le forze dell'ordine israeliane in numerosi quartieri di Gerusalemme est: lo hanno riferito alcuni testimoni. Il movimento islamico palestinese Hamas ha proclamato per oggi la "Giornata della rabbia" in risposta all'inaugurazione della sinagoga Hurva nella Città vecchia. Scrive il quotidiano israeliano Haaretz che 3.000 poliziotti e soldati supplementari sono stati dispiegati a Gerusalemme e nei posti di frontiera con la Cisgiordania. Hamas ha proclamato la "giornata della rabbia" in risposta all'inaugurazione della sinagoga Hurva nella Città vecchia. Ieri le proteste si erano limitate a lanci di pietre nei pressi del Monte degli Ulivi. Oggi, per il quinto giorno consecutivo, è stato vietato l'accesso ai fedeli musulmani al MOnte del Tempio. La richiesta avanzata dagli Stati Uniti a Israele di rinunciare al suo piano di sviluppo coloniale a Gerusalemme est è "irragionevole": ha affermato oggi il ministro israeliano degli Affari esteri, Avigdor Lieberman. La richiesta della comunità occidentale "è irragionevole per quanto ci riguarda", ha detto il capo della diplomazia d'Israele alla radio locale. Ieri il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito che la costruzione di nuovi insediamenti a Gerusalemme est continuerà.

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martedì 16 marzo 2010

16 Marzo 2003-2010 DAX VIVE


Da daxresiste.org

16 MARZO 2003, LA NOTTE NERA DI MILANO
Alcuni compagni usciti dal pub Tipota si scontrano con tre neofascisti
armati di coltelli che li colpiscono ripetutamente, ferendone gravemente
due. Uno sarà operato d’urgenza mentre Davide “Dax” non arriverà vivo in
ospedale. Sul luogo sopraggiungono invece numerose pattuglie di polizia e
carabinieri che, ostruendo la circolazione stradale, contribuiscono a
ritardare i soccorsi. Poco dopo la partenza delle ambulanze arriva anche
un reparto di celere con caschi e manganelli, respinti subito dalle grida
indignate dei presenti...un avvertimento...

All’ospedale S.Paolo, già militarizzato dalle forze dell'ordine, i medici
comunicano la morte di Dax. Disperazione, incredulità, rabbia….
I compagni e gli amici presenti rispondono alle provocazioni di Polizia e
Carabinieri, che danno subito il via a feroci cariche dentro e fuori
l’ospedale. Una caccia all'uomo stile Genova 2001, quella stessa
brutalità che abbiamo visto in azione in Val di Susa solo qualche
settimana fa.
“Volevano portare via la salma dell’amico” Così il giorno dopo il Questore
Boncoraglio legittima l’operato delle forze dell’ordine, il cui bilancio
per i pestaggi contro chi era presente è di decine di punti di sutura
sul viso, denti e braccia rotte, teste aperte, facce s figurate e sangue
dappertutto.

Sui "fatti del San Paolo" si aprirà poi un processo con imputati un
carabiniere e due polizziotti, accusati di porto d'arma impropria e abuso
d'ufficio, e 4 compagni alla sbarra per resistenza e violenza a pubblico
ufficiale. Questo processo si è concluso in Cassazione nel 2009 con da un
lato la piena assoluzione delle forze dell'ordine e dall'altro la condanna
di due compagni ad un totale di 3 anni e 4 mesi di carcere più 100.000
euro di multa.
Lo Stato si è assolto, la magistratura ha legittimato e consacrato
l'operato dei suoi servi in divisa.
Nessuno stupore, nessun lamento. La stessa cosa è accaduta per i processi
del G8 Genova.
Nessuno stupore, nessun lamento ma rabbia, odio e la determinazione nel
continuare a lottare, ricordare e raccontare.
Una storia che continua perchè fascisti e polizia continuano ad ammazzare,
nelle carceri, nelle strade. Continua con il nome di Renato Biagetti, Ivan
Khutorskoy, Carlos Palomino, Nicola Tommasoli, Stefano Cucchi, Jan Kucera,
Alexis Grigoropoulos, Federico Aldrovandi, Carlo Giuliani e molti altri.
Un elenco che non vogliamo vedersi allungare, una storia di sangue che
deve essere fermata costruendo solidarietà, resistenza, lotta antifascista
e anticapitalista.

"Per combattere questo nuovo fascismo non ci saranno i vostri nonni, o i
padri dei vostri nonni. Affrontarlo toccherà a voi”
PARTIGIANO “FOCO”

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giovedì 11 marzo 2010

GRECIA: SCIOPERO GENERALE CONTRO IL PATTO DI AUSTERITA'

Grecia: il Koe esprime solidarietà ai manifestanti, condanna l’attacco della polizia e chiama un’altra mobilitazione, ancora più pesante, contro il governo anti popolare Greco e contro il Patto di Stabilità europeo.

Queste mobilitazioni in tutto il Paese devono essere un punto di partenza per un unico grande sollevamento di tutti i lavoratori e di tutto il Paese, che obblighi il governo a pagare duramente i suoi sforzi di imporre al popolo le infami misure di Bruxelles. Oggi il popolo Greco, ha dato un chiaro messaggio al governo: o verranno soppresse le nuove misure, o verrà soppresso il governo!

Il KOE condanna l’attacco codardo delle forze speciali di polizia contro Manolis Glezos, l’ormai 87enne eroe della resistenza contro l’occupazione nazista. 70 anni fa Manolis Glezos salì sull’acropoli ateniese e bruciò la svastica nazista dando inizio simbolicamente alla resistenza greca; oggi, lo stesso partigiano, davanti al Palamento, è stato aggredito dai servi di Bruxelles e di Berlino!

Il KOE condanna l’altrettanto infame attacco delle forze speciali di polizia contro il gruppo parlamentale di SYRIZA, mentre cercavano di raggiungere la manifestazione. Questo comportamento oltrepassa ogni limite, ed è la pratica conseguenza della volontà del governo di soffocare l’economia e la società di questo Paese.

Il KOE denuncia la provocazione lanciata dal portavoce del Pasok, Christos Papotsis e di Andois Georgiadis, membri del partito di estrema destra LAOS, che hanno tacciato il KOE e lo SYRIZA come responsabili dell’attacco dei manifestanti contro Yiannis Panagopulos (presidente della Confederazione Generale del Lavoro). Questo attacco orchestrato al KOE e allo SYRIZA prova oltremodo fino a quanto il partito di estrema destra appoggi il governo del Pasok sia in Parlamento, che nelle sue provocazioni.

é noto a tutti come il KOE abbia una linea politica totalmente diversa da quella della Confederazione Generale del Lavoro, specialmente oggi che I lavoratori sono diventi il soggetto principale del vile attacco della classe dirigente e dei suoi governanti; ma è altrettanto noto che il KOE mette in pratica una linea politica che, come ha sempre fatto la sinistra, è politicamente e fermamente interna ai luoghi di lavoro e alla società.

É vergognoso che, nel giorno in cui il Pasok e il Laos hanno bruciato in Parlamento la conquiste di un intero secolo, lo stesso partito (questo vile rappresentante dei burattinai di Bruxelles) cerchi di coprire le sue responsabilità con una così meschina provocazione contro il KOE.

Il KOE, chiama a una manifestazione ancora più grande e combattiva. Oggi abbiamo dato battaglia, ma la lotta continua. Tutti in strada, finché le misure del governo non verranno cancellate, e finché il Patto di Stabilità non sarà abolito!

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lunedì 8 marzo 2010

VIVA l'8 MARZO di Lotta !!!


Oltre e contro la mercificazione consumista che vuole snaturare la data dell'8 Marzo, ribadiamo e rivendichiamo il significato di questa giornata: una giornata simbolo della lotta e della resistenza che le donne oppongono, in tutto il mondo, ai padroni, allo sfruttamento ed alla discriminazione.
Per questo dedichiamo a tutte le donne un video delle donne nella guerriglia del PKK.
Alleghiamo di seguito il volantino del Collettivo Comunista Piemontese che spiega le origini e l'attualità di questa giornata.

L'8 MARZO E' DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI UNITI CONTRO GLI SFRUTTATORI!
L’otto marzo del 1857 a New York, le operaie della fabbrica tessile Cotton entrarono in sciopero per ottenere la riduzione della giornata lavorativa. Esse percepivano un salario pari a meno di un terzo di quello degli uomini. Durante lo sciopero il padrone della fabbrica le rinchiuse all’interno dello stabilimento per poi dare fuoco a tutto. Centoventinove operaie morirono nell’incendio assassinate dal padrone stragista.
Nel 1910 la seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, approvò la proposta della comunista tedesca Clara Zetkin di istituire la Giornata Internazionale della Donna, in omaggio alle operaie tessili di New York. In Italia la Giornata Internazionale della Donna fu tenuta per la prima volta nel 1922 per iniziativa del Partito Comunista d'Italia, sezione della Terza Internazionale comunista.
Sono trascorsi più di 150 anni da quella strage di operaie e, grazie alle dure lotte e alle battaglie condotte dai lavoratori uniti nel loro partito comunista e organizzati nel loro sindacato, si sono ottenute conquiste significative come ad esempio lo Statuto dei Lavoratori nel quale sono inseriti diritti che oggi i padroni tentano di eliminare approfittando della crisi economica. Infatti, a 150 anni da quella strage muoiono ancora operai bruciati nelle fabbriche (come i 7 della Thyssen Krupp di Torino) a causa della ricerca sfrenata di profitto da parte dei padroni che non investono nella sicurezza e nelle misure di prevenzione. Mille lavoratori muoiono ogni anno nelle fabbriche e nei cantieri del nostro Paese, aumenta la disoccupazione e la precarizzazione del lavoro e viene attuata l’eliminazione dell’ART.18 aggirandolo con altre subdole regolamentazioni appena approvate dal Senato. Se già prima dell’acuirsi della crisi del sistema capitalistico e malgrado i diritti acquisiti con le lotte le lavoratrici italiane venivano comunque discriminate, oggi, con il procedere della crisi, esse subiscono ulteriori discriminazioni e vessazioni, sia nelle fabbriche e sul posto di lavoro, che nella società. Se per le donne appartenenti alla classe dominante la “questione femminile” riguarda soltanto la concorrenza con gli uomini senza mettere in discussione il sistema di sfruttamento, per le donne della classe operaia la battaglia sulla “questione femminile” consiste nel mettere in discussione proprio le cause della loro condizione. Una lotta che le donne proletarie devono combattere a fianco degli uomini appartenenti alla loro stessa classe. Una lotta per il diritto al lavoro, per l'equiparazione economica delle lavoratrici, per la parità dei diritti, per la difesa della L. 194, per la riduzione dell'orario, contro lo smantellamento dei servizi sociali, la schiavitù domestica, le discriminazioni e la violenza, le ingerenze clericali, ecc…
Altro che spogliarelli maschili e discoteche! La giornata della donna è una celebrazione che deve rilanciare la lotta contro i padroni e per la difesa dei diritti e delle conquiste!
Pubblicato da Collettivo Comunista Piemontese

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martedì 2 marzo 2010

(Bologna):1 Marzo per i diritti, contro lo sfruttamento, contro il razzismo



Il 1 marzo è una giornata di lotta per rilanciare il protagonismo degli immigrati che vivono, lavorano, studiano in Italia.La rete Bologna Prende Casa partecipa a questa giornata di mobilitazione, perché crede che la difesa di tutti gli immigrati non sia un esercizio di buonismo umanitario, ma una necessità: più diritti e garanzie si ottengono migliore è la vita per le classi popolari qualsiasi colore della pelle si abbia. E’ alle fasce popolari che si vuol fare pagare la crisi economica, fomentando la guerra tra poveri. Questa guerra, sponsorizzata dalla politica e dai media è uno strumento dei padroni per dividere i lavoratori. In questi mesi gli immigrati hanno partecipato alle principali mobilitazioni sociali e civili nel nostro territorio, per il lavoro e per i diritti. Hanno dimostrato che oggi ci si può organizzare e lottare.
Più diritti: perché ve
ngano stralciate le leggi razziste e anti-popolari come la Bossi-Fini, e tutte quelle normative che criminalizzano la povertà e il disagio. Perchè si chiudano i CIE, veri e propri carceri “speciali”.
Più case popolari: perché il diritto all’abitare sia per tutti/e, requisendo gli appartamenti sfitti e rimettendo al centro l’interesse pubblico contro gli interessi privati.
Più reddito: perché il lavoro e il reddito sia accessibile a tutti e non sia più un ricatto legato alla cittadinanza.

BOLOGNA PRENDE CASA

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[Napoli]1 Marzo di lotta per i diritti, contro lo sfruttamento, contro il razzismo

Video della manifestazione di Napoli (Rossocontroinfo)

Da Contropiano.org

Comunicato rete 1 Marzo Napoli
Napoli. Diecimila in piazza per la giornata di sciopero con gli immigrati
Rete per il primo marzo a Napoli
Almeno diecimila persone tra mGiustificaigranti e autoctoni hanno preso parte oggi al lungo corteo che partiva da piaza Garibaldi per andare al Plebiscito, aperto dallo striscione "nessuno/a è illegale"!! Una partecipazione straordinaria con migliaia di immigrati, soprattutto africani ed asiatici (bengalesi, pakistani..) che non sono andati a lavorare per partecipare alla giornata del primo marzo e rivendicare finalmente rispetto e diritti, contro la legislazione discriminatoria, la precarietà e la propaganda anti-immigrati. Per dire no alla guerra tra poveri in nome di un futuro in comune. Per ribellarsi a pogrom come quello di Rosarno, ma anche contro il "razzismo istituzionale" che dopo rosarno ha portato a intensificare la criminalizzazione e i rastrellamenti
di lavoratori immigrati perfino su pullman (come a Licola, a Pescopagano ecc) e treni (quelli della circumvesuviana). E contro gli episodi di razzismo odioso e strisciante: basta pensare ai pullmans della ctp (trasporto locale) che non si fermano quando vedono solo immigrati... Un gruppo di attivisti ha filmato per due giorni questi continui episodi e stamani ha occupato per protesta la sede della ctp prima del corteo portando i video.
Ma in piazza erano tantissimi anche gli italiani, stanchi del clima razzista e della propaganda xenofoba che impera nel nostro paese. Studenti di scuole e università che hanno realizzato lezioni in piazza (perfino un "gioco dell'oca" adattato all'esperienza reale degli immigrati con la burocrazia italiana) prima di immettersi nel corteo. Movimenti di precari e senza lavoro, le associazioni antirazziste, i gruppi dei corsi di italiano, sindacati, centri sociali...
La rete promotrice aveva inviato un documento già una settimana fà con le rivendicazioni nazionali di questa giornata (la sanatoria vera, l'abolizione delle leggi razziste, il permesso di soggiorno per chi denuncia il lavoro nero...) e una serie di richieste anche locali, per mettere finalmente mano alla cronica mancanza di forme di accoglienza che nelle scorse settimane hanno portato allo sgombero di un palazzo di famiglie immigrate a Sant'Antimo e vede molte altre situazioni di disagio aspettare ancora risposte concrete e solidali (da Ponticelli a Pianura). Per fermare infine i rastrellamenti indiscriminati e il clima di paura che si sta creando. Si era chiesto un incontro con il Prefetto Pansa, il Comune di Napoli ed Il Questore, per avere degli impegni concreti da proporre alle tantissime persone convenute.
Eppure fino ad ora l'incontro non c'è stato. Dopo aver ricevuto ampie garanzie, una delegazione totalmente composta di immigrati di varie comunità e territori è salita in Prefettura avendo la cattiva sorpresa di non incontrare il Prefetto, che sarebbe andato via "per un impegno", ma un funzionario. I migranti hanno deciso quindi di scendere e di aspettare sotto la prefettura (insieme a un nutrito presidio) che il Prefetto ritorni e incontri la delegazione. "Sarebbe una grave mancanza di sensibilità - sostiene Hamad della rete promotrice - perchè tutte queste persone e una giornata di mobilitazione nazionale meritano la presenza e gli impegni diretti del rappresentante del governo. Forse le Istituzioni non hanno ben capito l'importanza di questa giornata nella percezione di tantissimi immigrati. Oggi vogliamo capire se oltre che lavoratori dobbiamo sentirci anche cittadini o veniamo considerati ospiti magari indispensabili ma un pò indesiderati...! Chiediamo a tutti di esprimersi su questo. Noi intanto aspetteremo sotto la Prefettura..."
"Ma da oggi - aggiunge Mamadou della comunità senegalese - qualcosa è cambiato! Che qualcuno lo voglia o no.. Da oggi abbiamo deciso che non resteremo in silenzio a subire l'ingiustizia"

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