domenica 31 gennaio 2010

[Vicenza 30/1/10] 50 attivisti NoDalMolin protestano incatenati alle gru


Da http://www.nodalmolin.it

Cinquanta NoDalMolin incatenati alle gru
Un documento con il quale spiegare le ragioni della propria azione non violenta: è quanto hanno diffuso le 50 persone entrate pochi minuti fa all’interno del cantiere per la costruzione della nuova base militare al Dal Molin. E uno slogan, “sarà lònga!”, che ricorda il “sarà dura!” dei NoTav e sottolinea la determinazione dei vicentini a continuare la propria mobilitazione.

Nel documento – allegato di seguito – si ricostruiscono la vicenda vicentina e, soprattutto, le ultime allarmanti notizie che giungono dal cantiere. Nelle promesse del commissario Costa, scrivono i NoDalMolin, quello della base Usa «doveva essere un cantiere perfetto, all’avanguardia nella tutela del territorio; e, invece, dopo pochi mesi , mostra già i devastanti segni del suo operare». Il riferimento è allo stato della falda acquifera, inspiegabilmente alto in alcune zone, agli alberi distrutti e ai reperti archeologici recentemente scoperti.

«Quest’oggi siamo entrati – spiegano i cinquanta attivisti – per incatenarci alle gru e alle macchine da lavoro. Vogliamo salute, sicurezza, storia». Nel documento i NoDalMolin si chiedono cosa sarebbe avvenuto se la Valutazione di Impatto Ambientale, impedita dal commissario Costa, fosse stata eseguita e fanno notare che tutte le ragioni che hanno motivato 4 anni di protesta stanno trovando riscontri nel cantiere.

«Oggi – concludono i NoDalMolin – il cantiere si deve fermare. Vogliamo che, prima di procedere nei lavori, venga realizzato uno studio approfondito sullo stato attuale della falda acquifera che conivolga tecnici comunali, delegati dell’autorità di bacino e personalità indipendenti».

Presidio Permanente, Vicenza, 30 gennaio 2010

sabato 30 gennaio 2010

[Cagliari 29/1/10] Gli operai dell'Alcoa bloccano l'aeroporto, la polizia carica.


Da Contropiano.org

Sardegna . Proseguono le proteste degli operai dell’Alcoa
Ieri la protesta degli operai dell’Alcoa ha investito l'aeroporto di Cagliari Elmas . I lavoratori tolto, a sorpresa il blocco sulla statale 131, dirigendosi verso lo scalo aereo. Bloccata la strada di accesso al terminal partenze, mentre un gruppo di operai e' entrato nell'aerostazione con uno striscione con la scritta 'Alcoa: rispetto e lavoro'. I manifestanti si sono poi diretti verso i cancelli per i controlli di sicurezza. Il vertice a Palazzo Chigi sul futuro dell’Alcoa in Sardegna, fissato per il 5 febbraio tra Governo, sindacati, azienda e Regione, non è stato ancora anticipato. La Regione Sardegna ha invitato il Governo a presentare una richiesta formale alla multinazionale di rinviare di 60 giorni la decisione di dismettere l’attività, ora annunciata per il 6 febbraio e dare così il tempo per l’approvazione del decreto legge sull’energia».
Scontri tra lavoratori Alcoa e polizia

Tafferugli tra polizia e carabinieri in assetto antisommossa e operai dell'Alcoa, sulla pista dell'aeroporto di Cagliari, che i lavoratori occupano da questa mattina l'aerostazione. Gli operai hanno permesso lo sbarco dei passeggeri di un aereo arrivato da Fiumicino, mentre e' tuttora bloccato un velivolo Meridiana. Sono stati fatti scendere, invece, i 131 passeggeri dell'aereo della Ryanair che sarebbe dovuto decollare alle 10:25 per Treviso.
Aggiornamento Ore 13,00
Chiuso l'aeroporto di Cagliari Elmas, dove e' in corso la manifestazione dei lavoratori dello stabilimento Alcoa di Portovesme. I voli in arrivo sono stati dirottati sugli scali di Olbia e Alghero. Aggiornamento Ore 14,30
Gli operai dell'Alcoa hanno sospeso l'occupazione della pista dell'aeroporto di Cagliari-Elmas, occupata per protesta. Oggi si e' toccata la massima tensione. Sulla pista scontri con la polizia. Per motivi di ordine pubblico i voli sono stati bloccati e dirottati su Alghero e Olbia. La situazione e' rientrata dopo che il prefetto di Cagliari Balsamo ha informato i sindacati che verra' anticipato al 2 febbraio a Palazzo Chigi l'incontro con i vertici della multinazionale.

Studenti medi contro il razzismo

Ieri, 29 gennaio, un gruppo di studenti medi di Bologna, ha organizzato un sit-in in centro città, per manifestare contro il razzismo e in solidarietà agli immigrati di Rosarno.


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giovedì 28 gennaio 2010

MANIFESTAZIONE CONTRO LA CRISI A BOLOGNA



Si è svolta sabato 23 gennaio la giornata di mobilitazione contro la crisi indetta dal “coordinamento 23 gennaio”, sigla che raccoglie realtà del sindacalismo di base, degli spazi sociali, gruppi e organizzazioni della sinistra alternativa.

Alla mobilitazione hanno partecipato lavoratori e disoccupati che stanno pagando la crisi, famiglie in sofferenza abitativa e migranti che chiedono un lavoro sicuro, reddito sociale, la casa e diritti di cittadinanza.

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lunedì 25 gennaio 2010

[S.Giuliano Milanese] DHL: 70 lavoratori della cooperativa scaricati via fax

Servizio di Silvia Tagliabue da CubVideo

Il gruppo DHL, specializzato in consegne e recapito di corrispondenza, ha inviato via fax la lettera di licenziamento a 70 lavoratori della cooperativa Padana Servizi di San Giuliano Milanese (Milano). Si tratta di lavoratori immigrati di tutte le nazionalità, che lavorano da più di dieci anni per la DHL, ma attraverso diverse cooperative che si succedono nel tempo.

Giovedì c'è stata una delegazione sindacale in Prefettura, che si e' impegnata a ''convocare le parti nel giro di un paio di giorni''.
Come spiega Walter Montagnoli della CUB, la DHL non ha spiegato alle autorità i motivi del licenziamento dei lavoratori e si e' persino rifiutata di ricevere i loro rappresentanti. Una ragione potrebbe essere che dopo tanti anni di servizio ininterrotto l'azienda ha voluto evitare di trovarsi costretta ad assumere direttamente nel suo organico i lavoratori. Senza contare che si tratta di persone coscienti dei propri diritti e ben sindacalizzate con la CUB.

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domenica 24 gennaio 2010

[Val Susa 23/1/10] Manifestazione: 40.000 volte No Tav


Sabato 23 Gennaio, nuova grande prova di mobilitazione e di lotta del fronte No Tav. Oltre 40.000 i partecipanti alla manifestazione.
Video da talkingpeace.org

mercoledì 20 gennaio 2010

[Palermo 19/01/10] la polizia carica al presidio contro lo sgombero dello Zetalab


Da Infoaut

19 gennaio 2010 viene sgomberato lo Zetalab. La risposta di Palermo è stata una lunga giornata di lotta in cui tutte le realtà che ad ogni titolo costruiscono e costituiscono opposizione ed antagonismo nel tessuto sociale e civile della città si sono stretti con determinazione attorno al Laboratorio zeta ed alla sua esperienza.

L'arrivo delle forze di polizia che hanno colto di sorpresa gli occupanti, dopo gli incontri incoraggianti dei mesi precedenti con le autorità che facevano presagire ad una possibile soluzione positiva della questione Zetalab, ha conosciuto sin da subito l'opposizione decisa di chi è accorso per tutta la giornata in via Boito, un presidio che è cresciuto per tutta la giornata arrivando alle diverse centinaia nella sera. La giornata, come detto, si è caratterizzata per la determinazione di chi è sceso in strada contro l'ennesimo sgombero cittadino. Determinazione manifestatasi sin da subito con il sabotaggio del mezzo(e successive cariche della polizia) che portava il materiale necessario alla muratura di porte e finestre, e che ha portato, nei vari momenti di tensione verificatisi, ad una risposta decisa e per niente impaurita dei manifestanti che in tre occasioni sono stati caricati alla polizia e che hanno risposto ogni volta alle aggressioni ed alle provocazioni e non hanno abbandonato mai la piazza.

Durante tutta la giornata esponenti del centro hanno tentato possibili soluzioni con le istituzioni ricevendo la totale dismissione di ogni responsabilità da parte della prefettura ed il fallimento di un tavolo con la giunta comunale che ha proposto all'associazione Aspasia, cui l'IACP, proprietario dell'immobile, ha assegnato l'edificio, una nuova destinazione che non necessitava, a differenza dello Zeta, di alcun lavoro per poter essere utilizzato dall'associazione stessa. Tale proposta è stata respinta decisamente da Aspasia svelando così l'opacità dei suoi interessi sulla struttura.

Continua tutt'ora il presidio di fronte allo Zetalab, diventato ora permanente, con gli attivisti del centro accampati in via Boito.

domenica 17 gennaio 2010

[Vicenza 16/1/10] Nonostante il divieto i NoDal Molin manifestano in stazione, in solidarietà con la lotta noTav


da nodalmolin.it

E tre: i NoDalMolin entrano in stazione lo stesso
Il popolo delle pentole ha aggirato oggi pomeriggio il divieto imposto dalla Questura di Vicenza per la manifestazione in appoggio al movimento No Tav. Nella piazza antistante alla stazione 150 vicentini si erano regolarmente riuniti stendendo striscioni di solidarietà e battendo le loro inseparabili pentole.

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[Livorno 16/1/10] 1000 in piazza con i familiari delle vittime dello Stato in una città blindata


Da Senzasoste.it

Livorno, 1000 in piazza con i familiari delle vittime dello Stato in una città blindata
Bella manifestazione nel centro di Livorno isolato e blindato, senza alcun motivo, dalla questura

16_gennaio_verita_e_giustizia.jpgPer una mattina Livorno è diventata il simbolo di tutti gli omicidi di Stato dell'ultimo decennio e luogo di ritrovo per molte famiglie i cui parenti sono stati uccisi da istituzioni e uomini in divisa (il video del corteo)

red.16 gennaio 2010

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[Torino 16/1/10] In marcia la Torino No Tav


Da Infoaut/notav.info
Scende in marcia la Torino NoTav!
Una grande risposta dalla Torino No Tav: migliaia e migliaia di persone in marcia contro i sondaggi, attraversando l’appuntamento cittadino indetto dall’assemblea No Tav di mercoledi 13 gennaio all’università di Torino. 3mila persone in piazza, per dire no ai sondaggi, espressione dell’opposizione torinese al Tav, in appoggio ai ribelli della Valsusa.

Una scadenza che cade mentre si annuncia l’avvio delle trivellazioni sul territorio metropolitano, sotto il bombardamento mediatico della stampa mainstream che inneggia all’Alta Velocità e che diffama stereotipamente chi resiste. In 2 giorni le realtà torinesi sono riuscite a mettere quel che è la prima e bella pietra posata in città contro il piano sondaggistico, in solidarietà e appoggio al movimento No Tav della Val Susa.

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[Modena 16/1/10] 200 persone a fianco del Guernica

Partecipata e piena di contenuti la giornata di mobilitazione promossa dai compagni dello spazio Guernica. Dopo lo sgombero dello spazio, il Guernica si è ripreso la città .

Da Infoaut
Modena: 200 persone a fianco del Guernica
Il Guernica invade le vie di Modena per ribadire che il progetto iniziato con l'occupazione dello stabile ex Ford, non termina con lo sgombero del 7 gennaio scorso, ma continuerà attraverso le lotte, le persone e le iniziative che lo hanno attraversato. Un progetto che ha visto nascere diverse iniziative autogestite come presentazioni di libri, laboratori e diverse serate che hanno permesso a molte persone di passare momenti piacevoli con pochi euro.

L'appuntamento è alle 16,00 in largo sant'eufemia, e già dai primi momenti hanno cominciato a radunarsi decine e decine di persone, tutte le realtà modenesi vicine al Guernica e singole persone che lo hanno attraversato. Dopo una serie d'interventi da parte di un esponente del Guernica, un esponente del collettivo studenti medi di Modena uniti, dell' onda anomala modenese, del Laboratorio Crash e del Fassbinder, centro sociale di Sassuolo, sempre in provincia di Modena, sgomberato alcuni giorni fa, il presidio, arrivato a toccare le 200 persone, si è trasformato in un corteo partito dietro lo striscione GUERNICA.
Il corteo, ha toccato tutti i punti sensibili della città, ognuno dei quali ha visto, attraverso striscioni come "Ai divieti e alle restrizioni rispondiamo con le occupazioni" "contro la crisi e i tagli all' istruzione noi rispondiamo riappropriazione", e interventi, denunciare lo sgombero dello spazio antagonista occupato Guernica, che partendo dal basso ha portato a Modena una socialità diversa.

I momenti più alti si sono avuti davanti al comune di Modena con una serie d'interventi che hanno rilanciato le lotte contro i numerosi sfratti che avvengono nella città, Modena è la capitale degli sfratti, e le lotte contro le devastazioni ambientali, che vede la governace modenese, complice della devastazione, davanti all' università dove l'onda modenese e il collettivo degli studenti medi di Modena uniti, hanno nuovamente contestato e denunciato i numerosi tagli che le scuole e l'università modenesi, subiscono con la riforma Gelmini, riportando alla luce l'importanza dello spazio sociale, che aveva iniziato, attraverso la realizzazione di un laboratorio fotografico, a dare risposte ai tagli, e con occupazione simbolica di via Emila centro, simbolo della Modena bene, dove in più punti della via, si è cercato di arrivare a tutte le persone fermate per ascoltare i diversi interventi che dal corteo venivano fatti.


Il corteo è terminato al laboratorio SCOSSA, dove la giornata si è conclusa con un aperitivo informativo e musica, per raccogliere fondi per i denunciati dell' occupazione.

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venerdì 15 gennaio 2010

[Milano 14/01/10] Presidio al Tribunale di Milano. No alla persecuzione dei comunisti.

Video del presidio svolto presso il Tribunale di Milano il 14 Gennaio 2010. Il presidio contro la repressione è stato organizzato dal Coordinamento dei Collettivi Comunisti in occasione dell'udienza del Processo in cui è imputato il compagno Enrico del Collettivo Comunista Modenese. Il compagno Enrico è accusato di ricettazione dopo che, in seguito ad una delle tante perquisizioni, è stato rinvenuto a casa sua un vecchio timbro (vecchio di decenni)del Tribunale di Modena. Questo è bastato per un accusa di ricettazione. Ovviamente questa inchiesta non è altro che l'ennesimo appiglio con cui la borghesia cerca di ostacolare l'attività dei comunisti. Per denunciare questo è stato organizzato il presidio a cui hanno partecipato, oltre i Coor Col Com, Proletari Comunisti, Gruppo d'Azione Torino e P-Carc. Il video è stato realizzato dal Collettivo Comunista Piemontese.


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giovedì 14 gennaio 2010

[Roma 13/1/09] Azione di protesta a Carrefour in solidarietà con Sakina Arnaud. "Boicottare le merci israeliane non è un reato"

Da Contropiano

Roma . Azione di protesta a Carrefour in solidarietà con Sakina Arnaud. "Boicottare le merci israeliane non è un reato"

Ieri c'è stato un blitz di protesta ad un supermercato Carrefour della zona prenestina degli attivisti del Forum Palestina. Obiettivo dell'iniziativa era quello di esprimere solidarietà con Sakina Arnaud, attivista di Europalestine, sotto processo a Bordeaux (Francia) con l'accusa di "odio razziale" per aver fatto propaganda a favore del boicottaggio delle merci israeliane nel quadro della campagna internazionale BDS. I manifestanti hanno aperto uno striscione con scritto "Boicotta Israele" e cartelli con le scritte Solidarietà a Sakina Arnaud e "boicottare le merci israeliane non è un reato"

Vicenza . Proteste e boicottaggio contro la partecipazione israeliana alla Fiera dell'oro e dei diamanti. Sabato manifestazione

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[Modena] Sabato 16 gennaio GIORNATA DI MOBILITAZIONE, LOTTA PER IL GUERNICA


Il 7 Gennaio è stato sgomberato lo Spazio Antagonista Occupato Guernica di Modena. Nonostante lo sgombero, il progetto Guernica prosegue. Sabato 16 gennaio giornata di mobilitazione per gli spazi sociali, per il diritto all'autogestione. Concentramento ore 16.00 Largo S.Eufemia Modena

lunedì 11 gennaio 2010

TAV IN VAL DI SUSA SI TORNA AL 2005

Immagini della costruzione del nuovo presidio No Tav del 9 Gennaio, da Infoaut

Poco più di 4 anni fa, l’8 dicembre 2005, decine di migliaia di valsusini ai quali si erano uniti altre migliaia di cittadini provenienti da tutta Italia, invasero pacificamente il cantiere di Venaus, mettendo di fatto fine allo scellerato progetto del TAV Torino - Lione, nonché a 40 giorni di militarizzazione dell’intera Val di Susa, ridotta alla stessa stregua di un paese occupato, con tanto di check point presidiati da guardie armate, da oltrepassare per andare a comprare il pane o in farmacia.

Durante questi 4 anni d’inciucio politico, meschine manovre portate avanti sottobanco, cancelli rigorosamente chiusi e rifiuto di qualsiasi forma di dialogo con i cittadini, il TAV reale e quello virtuale hanno compiuto entrambi la propria strada.

Il primo è defunto di fronte all’evidenza dei numeri e dell’osservazione oggettiva che lo hanno connotato come un’opera assolutamente inutile, inadeguata a rispondere alle esigenze dei viaggiatori e del territorio, priva di qualsiasi possibilità di conseguire un ritorno economico dell’enorme investimento. Fra Torino e Lione non esistono volumi apprezzabili di traffico passeggeri, i treni tradizionali che garantivano il collegamento diretto sono stati da tempo soppressi e perfino le poche corse dell’alta velocità francese Milano – Parigi che transitano dal capoluogo piemontese e dalla Valle di Susa continuano a ridursi e presto ne resterà una sola al giorno. Alla stessa stregua non esistono volumi di traffico merci (ammesso e non concesso che arrivi un giorno in cui le merci transiteranno insieme ai Frecciarossa sulle rotaie del TAV italiano) tali da giustificare un’opera di questo genere. E meno ancora esisteranno in propensione futura, dal momento che dal 2001 in poi il traffico merci sulla direttrice della Val di Susa è in costante e sensibile calo, non solo per quanto concerne la ferrovia, ma anche per quanto riguarda i mezzi pesanti in transito al valico del Frejus. Insomma se anche si volesse far finta di essere individui ottusi e dalla vista obnubilata, disposti a credere alla “favola” della ripresa economica si dovrebbe prendere atto del fatto che l’attuale ferrovia internazionale a doppio binario, oggi sfruttata intorno al 30% delle proprie potenzialità, sarebbe sufficiente per almeno un intero secolo di “prosperità” e florido aumento degli scambi commerciali.

Il secondo ha continuato a sopravvivere, animato di fittizia vita da una folta schiera di faccendieri politici rigorosamente bipartisan, speculatori finanziari, industriali abituati a costruire profitto tramite i sussidi statali e furfanti di ogni risma e colore che aspirano a ritagliarsi il proprio angolo di paradiso, suggendo come sempre il denaro dalle tasche del contribuente. E’ sopravvissuto allignando nel buio dei palazzi del potere, all’ombra di qualunque sguardo indiscreto.
Nelle infinite riunioni di un osservatorio fantasma, destituito di ogni fondamento ma deputato a veicolare in Europa la truffa del TAV condiviso dalla popolazione (quale e quando?) al fine di suggere anche lì danari in maniera fraudolenta. Nei proclami dei governi (Prodi e Berlusconi) avallati dal meschino lavoro di politicanti e tecnici compiacenti che hanno sfornato negli anni ipotesi di progetti e tracciati per i quali sarebbero stati presi a calci nel deretano dai propri professori di università quando la frequentavano. Nel lavorio meschino dei pennivendoli della “grande stampa” abituati a leccare la mano del padrone, anche quando questo significa produrre disinformazione di scarsa qualità, sempre ammesso che concetti come dignità e qualità alberghino ancora nell’animo di codesti scribacchini dai lauti stipendi e dalla bassissima professionalità.

Il TAV virtuale, quello immarcescibile poiché caratterizzato da profitti illeciti e denaro delle casse statali dispensato a pioggia, si appresta proprio in questi giorni a sbarcare nuovamente in Val di Susa, sotto forma di decine di sondaggi geognostici ufficialmente deputati alla stesura del nuovo tracciato, ma in realtà indispensabili alla consorteria del TAV solamente per “dimostrare” l’inizio dell’opera e garantirsi in questo modo i 671 milioni di euro del finanziamento europeo estorto attraverso l’uso della menzogna.

La campagna dei sondaggi dovrebbe iniziare domani, ma già ieri è arrivata ferma e decisa la risposta dei cittadini valsusini contrari all’opera, decisi ad opporsi pacificamente ma fisicamente all’inizio dei sondaggi. Proprio ieri infatti, nella zona dell’autoporto di Susa dove sono previsti due dei molti sondaggi, è stato “edificato” un nuovo presidio con lo scopo d’impedire quello che di fatto sarebbe l’inizio della costruzione del TAV Torino - Lione. I valsusini che si oppongono all’opera e in questi giorni sono stati dipinti dai mercenari della penna (vero Numa?) come antagonisti e professionisti della protesta, sono in realtà persone normali (padri di famiglia, studenti, donne, pensionati, ragazzini di ogni ceto e colore politico) che anziché protestare preferirebbero di gran lunga starsene al calduccio in casa propria. Se non fosse che loro, a differenza di chi non lo ha fatto anche se il suo mestiere lo avrebbe imposto, hanno studiato nel dettaglio il TAV reale, rendendosi conto che oltre ai problemi per la salute (amianto ed uranio) ed a quelli conseguenti alla devastazione di una valle alpina già infrastrutturizzata oltre ogni limite, si tratta di un’opera priva di alcun senso, sia dal punto di vista economico che da quello logistico. Hanno studiato, a differenza di chi, come Massimo Numa non è ancora uscito dall’asilo, e hanno deciso di opporsi fisicamente al TAV virtuale che vuole rubare loro il futuro. Anche se opporsi significherà probabilmente venire bastonati dalla polizia come accadde a Venaus nel 2005, venire insultati dallo scribacchino di turno, passare le notti al gelo senza altro calore che non sia quello umano. Ma opporsi fisicamente è non solo un diritto, bensì prima di tutto un dovere per chiunque abbia compreso la vera natura del TAV.

Nel 2005 scrissi “forse inizierà una storia diversa che parlerà di treni costruiti per essere utili alla qualità di vita dell’uomo e non di uomini sacrificati nel nome dei treni e della velocità”.
Purtroppo la storia non è cambiata e da domani probabilmente in una Val di Susa militarizzata il passato si ripeterà, come un incubo che ritorna e va scacciato una seconda volta, sperando che finalmente sia l’ultima.

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[Trezzano sul Naviglio (MI) 11/1/10] Maflow: gli operai occupano la fabbrica

Da Cub Video
Servizio di Silvia Tagliabue.
Questa notte i lavoratori della Maflow di Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano, hanno occupato la fabbrica e sono ora raccolti in presidio davanti ai cancelli e sul tetto finchè non verranno prese le decisioni necessarie per garantire un futuro all'azienda. L'FlmUniti CUB afferma la necessità di premere sul governo perchè vengano ripristinati immediatamente gli ordinativi del principale cliente della Maflow, la BMW, e perchè anche Fiat allarghi le sue commesse alla fabbrica del Milanese.
La Maflow è una multinazionale che produce tubi per il condizionamento delle vetture e che, a seguito di una gestione aziendale e finanziaria disastrosa, è finita in amministrazione controllata. In tutti questi mesi però i commissari del governo non sono stati in grado di rilanciare la produzione. Anzi, è notizia di settimana scorsa che la BMW ha deciso di rifornirsi presso un'azienda tedesca. Per i 330 lavoratori della Maflow, da due mesi in cassa integrazione, perdere un cliente come la BMW significa compromettere la possibilità che un nuovo imprenditore acquisti e rilanci l'azienda.
La FlmUniti CUB invita tutti i delegati e i lavoratori a portare la propria solidarietà e a sostenere la lotta degli operai in presidio alla Maflow, in via Boccaccio 1, a Trezzano sul Naviglio.

domenica 10 gennaio 2010

[Roma 9/11/10] Scontri alla manifestazione di solidarietà con i migranti di Rosarno

Da Contropiano
Cariche e scontri al Sit in antirazzista contro i fatti di Rosarno

Tensione e scontri tra polizia ed esponenti delle associazioni antirazziste, centri sociali e immigrati al sit in di protesta convocato d'urgenza a Roma contro i fatti di Rosarno. «I fatti di Rosarno sono soltanto l'ennesimo segnale della grave condizione di disagio - scrivono gli organizzatori - e di mancanza di diritti dei cittadini immigrati in Italia. A pochi mesi dall'approvazione del pacchetto sicurezza, si determina sempre più concretamente un contesto sociale dove i più deboli, gli invisibili sono merce da sfruttare».Dopo essersi concentrati all'Esquilino, i manifestanti hanno tentato di dirigersi verso il Viminale per contestare le politiche razziste e repressive del ministro leghista Maroni. Respinti una prima volta, hanno forzato ancora il blocco per arrivare al ministero ma la polizia li ha caricati. Alla fine del presidio e degli scontri, molti manifestanti hanno improvvisato un corteo e si sono diretti verso piazza Vittorio che ha poi raggiunto poi piazzale Tiburtino dove si è concluso.

sabato 9 gennaio 2010

Solidarietà con i migranti di Rosarno ! Stop mafia e razzismo !



Solidarietà con i migranti di Rosarno. Di seguito alcuni video sulla condizione dei migranti a Rosarno (precedenti agli episodi degli ultimi giorni) e comunicati dalla Rete.

Il racconto dell'incendio che, il 19 luglio 2009, ha distrutto l'ex cartiera di Rosarno, dove dormivano una trentina di immigrati, causando 4 feriti e distruggendo le poche proprietà e i documenti delle persone che qui vivevano. L'incendio è scoppiato a causa di un fornelletto da campo lasciato acceso.

Le immagini della rivolta: proteste, l'intervento delle forze dell'ordine Repubblica.it

Da Infoaut
08.01.2010
Dopo Castelvolturno, la rivolta di Rosarno
La condizione coloniale dentro i confini delle ex madripatrie. Superati i confini della fortezza Europa, i migranti scoprono l'altra faccia della medaglia dei conflitti e delle miserie dalle quali fuggono, odissee in casa propria che sono spesso il portato di quanto ha prodotto ed esportato l'Occidente con il colonialismo, specie in Africa, serbatoio soprattutto europeo di forza-lavoro a basso costo. Prospettive e realtà di subordinazione e sfruttamento si conservano anche al di la del fossato mediterraneo, sotto le licenze concesse da politiche migratorie criminali (nella loro applicazione di respingimento così come nella possibilità di ricatto padronale che queste conseguentemente consentono), nella demarcazione sociale ed etnica dentro la gerarchia interna al mercato del lavoro e della società (discrimine di classe e di razza che agisce contro un corpo migrante schiacciato in uno stato di assoluta precarietà e sfruttamento).

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giovedì 7 gennaio 2010

[Modena 7/1/10] Sgomberato il Guernica...IL PROGETTO NON FINISCE E NON TERMINA QUI

da Controinfo-Mo
SGOMBERATO IL GUERNICA

Modena- Sgomberato oggi lo spazio antagonista occupato guernica.
COSA SIGNIFICA CHIUDERE GUERNICA?

6000 partecipanti a iniziative ludiche e culturali;
3 laboratori in partenza a gennaio di cui il primo di fotografia già allestito;
7 iniziative culturali tra le quali un laboratorio di approfondimento sulla questione del potere;
8 concerti già programmati tra gennaio e febbraio;
1 palestra popolare da realizzarsi nel capannone retrostante lo spazio finora utilizzato, della quale comunque erano già iniziati i primi allenamenti e si ponevano le basi per i corsi di difesa personale.

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